AREA RISERVATA

Conto Economico Tipologie: scopriamo insieme cos'è e come si struttura!

bilancio Oct 13, 2025
 

CONTO ECONOMICO TIPOLOGIE: STRUTTURA E PRINCIPI DI RIFERIMENTO

Nel panorama della contabilità aziendale, il conto economico tipologie rappresenta una delle principali modalità con cui le imprese classificano i risultati della propria gestione, offrendo un quadro dettagliato delle performance economiche maturate in un determinato esercizio. La comprensione delle diverse tipologie di conto economico risulta essenziale per interpretare correttamente i dati di bilancio, adottare decisioni strategiche e rispondere agli obblighi normativi. Esistono, infatti, differenti schemi di conto economico, ciascuno con logiche proprie e finalità specifiche, che consentono una lettura alternativa delle dinamiche gestionali e reddituali.

Il conto economico tipologie più diffuso nel contesto civilistico italiano è quello a valore aggiunto, conosciuto anche come schema a costi e ricavi della produzione. Esso si basa sulla classificazione dei componenti positivi e negativi di reddito secondo la loro natura, e non in funzione della destinazione funzionale all’interno dell’organizzazione aziendale. Lo schema è normato dal Codice Civile (art. 2425 c.c.) e rappresenta il modello obbligatorio per tutte le società che redigono il bilancio in forma ordinaria. Questo tipo di conto economico evidenzia il valore della produzione, sottrae i costi sostenuti per ottenerlo, e successivamente considera gli altri costi e ricavi fino ad arrivare all’utile (o alla perdita) di esercizio.

Accanto allo schema civilistico, si colloca il conto economico gestionale, che si basa su logiche interne all’impresa e non è vincolato da obblighi normativi. Il conto economico tipologie in versione gestionale è utilizzato per l’analisi dei margini, il controllo dei costi e il supporto alle decisioni manageriali. Rispetto al modello civilistico, si concentra maggiormente sulle funzioni aziendali (produzione, vendita, amministrazione) e consente di individuare il contributo delle singole aree alla formazione del risultato economico. È possibile, ad esempio, calcolare il margine operativo lordo (EBITDA), il margine di contribuzione, il risultato operativo e altri indicatori economici di sintesi, che forniscono informazioni utili per la pianificazione e il controllo.

Un’ulteriore declinazione del conto economico tipologie riguarda lo schema a ricavi e costi diretti, tipico della contabilità analitica. Questo schema non ha finalità di pubblicazione, ma viene utilizzato per analizzare le performance di singole linee di prodotto, centri di costo o progetti. In questo contesto, la logica è quella del confronto tra i ricavi ottenuti da una specifica attività e i costi direttamente imputabili alla stessa, al fine di valutare la redditività marginale e supportare scelte operative. Ad esempio, un’azienda può adottare questo schema per analizzare la convenienza economica della produzione di una nuova linea di prodotti o l’efficienza di una particolare filiale.

Lo schema del conto economico tipologie può inoltre essere declinato secondo criteri temporali, come nel caso del conto economico previsionale e del conto economico consuntivo. Il primo è uno strumento di pianificazione, redatto sulla base di ipotesi e proiezioni, utile per stimare i risultati futuri e confrontarli con gli obiettivi strategici. Il secondo rappresenta la fotografia a consuntivo dei risultati ottenuti, ed è utilizzato per il confronto con il budget e per la valutazione delle performance effettive. La combinazione di entrambi gli schemi consente di adottare un sistema di controllo di gestione efficace, in grado di evidenziare scostamenti e indirizzare le azioni correttive.

Esistono poi tipologie di conto economico dedicate a realtà specifiche, come le imprese non profit, le cooperative o le pubbliche amministrazioni. In questi casi, il conto economico tipologie assume forme diverse rispetto a quelle tradizionali, poiché riflette le peculiarità gestionali e informative dell’ente. Ad esempio, nelle organizzazioni non profit non si parla di utile, ma di avanzo o disavanzo di gestione; i ricavi assumono la forma di contributi, donazioni o proventi da attività istituzionali, mentre i costi includono spesso voci come progetti sociali o spese di raccolta fondi. Lo schema contabile viene dunque adattato agli obiettivi informativi richiesti dagli stakeholder di riferimento.

Un altro ambito applicativo riguarda le start-up innovative e le PMI in fase di crescita, per le quali il conto economico tipologie assume un ruolo cruciale nella comunicazione con investitori, fondi di venture capital e istituti finanziari. In questo contesto, le imprese spesso integrano allo schema civilistico delle rappresentazioni supplementari, come il conto economico per flussi o il conto economico trimestrale, al fine di offrire una visione più dinamica e orientata alla proiezione futura. Tali strumenti consentono di dimostrare la sostenibilità del modello di business, monitorare l’evoluzione del burn rate e presentare in modo strutturato i key financials richiesti dagli investitori.

Nel complesso, il conto economico tipologie rappresenta una risorsa fondamentale nella gestione contabile e strategica dell’impresa. La scelta del modello da adottare dipende dalle finalità informative, dal contesto normativo e dalle esigenze dei destinatari del bilancio. La coesistenza di più schemi, tra loro complementari, consente di ottenere una visione completa delle dinamiche aziendali, favorendo la trasparenza, il controllo e il miglioramento continuo delle performance. La padronanza delle diverse tipologie di conto economico costituisce quindi un requisito essenziale per professionisti, imprenditori e analisti, che devono saper interpretare e comunicare efficacemente i risultati dell’attività economica. La corretta applicazione di ciascuna tipologia richiede competenza tecnica, attenzione al dettaglio e capacità di collegare i dati contabili con le dinamiche operative e strategiche dell’impresa.

CONTO ECONOMICO TIPOLOGIE: CLASSIFICAZIONE E STRUTTURE PRINCIPALI

La comprensione delle diverse conto economico tipologie è fondamentale per chiunque si occupi di contabilità aziendale, bilancio o analisi economico-finanziaria. Il conto economico rappresenta uno dei documenti fondamentali del bilancio d’esercizio, in quanto fornisce una sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito che concorrono alla determinazione del risultato economico dell’esercizio. Il legislatore italiano, attraverso l’art. 2425 del Codice Civile, prevede una struttura ordinata e dettagliata del conto economico per le imprese che redigono il bilancio in forma ordinaria. Tuttavia, accanto a questa forma codificata, esistono anche altre conto economico tipologie impiegate in ambito gestionale e analitico, come il conto economico a valore aggiunto e quello a riclassificazione gestionale. Queste diverse strutture rispondono a finalità differenti, tra cui il rispetto degli obblighi civilistici, l’analisi delle performance operative, la misurazione della redditività e il supporto alle decisioni strategiche.

Nel sistema civilistico italiano, il conto economico è redatto secondo uno schema a costi e ricavi di competenza, ordinati in senso verticale. Le principali categorie previste sono i ricavi delle vendite e delle prestazioni, le variazioni delle rimanenze, i costi per materie prime e servizi, il costo del personale, gli ammortamenti e accantonamenti, gli altri proventi e oneri, i proventi e oneri finanziari, e infine le imposte sul reddito. Questa forma rappresenta la conto economico tipologie più diffusa a livello normativo, poiché imposta alle società una rendicontazione formale e completa di tutti gli elementi che determinano l’utile o la perdita dell’esercizio. Lo scopo principale è quello di garantire la trasparenza e la comparabilità dei bilanci redatti da diverse imprese, rispettando i principi della chiarezza, veridicità e correttezza.

Una seconda modalità di rappresentazione è il conto economico riclassificato a valore aggiunto. Questo modello è molto utilizzato dagli analisti e dai revisori, poiché consente di evidenziare il valore che l’impresa genera con la propria attività produttiva, separando in modo netto le aree operative da quelle accessorie. In questa conto economico tipologie, i costi e i ricavi vengono raggruppati in modo funzionale: si parte dalla produzione lorda vendibile, si sottraggono i costi esterni per ottenere il valore aggiunto, da cui si deducono i costi del personale per arrivare al margine operativo lordo. Proseguendo si calcolano gli ammortamenti, gli accantonamenti, il risultato operativo, e si includono gli oneri e proventi finanziari e straordinari per giungere al risultato prima delle imposte. Questa rappresentazione consente una lettura più efficace dei margini intermedi e una maggiore capacità di analisi gestionale.

Un ulteriore approccio alternativo è costituito dal conto economico gestionale o a margini di contribuzione, tipico della contabilità analitica e del controllo di gestione. Qui i ricavi vengono confrontati con i costi diretti e variabili, evidenziando il contributo di ciascun prodotto o linea di business alla redditività aziendale. Le imprese che operano in settori complessi e articolati, con molteplici centri di responsabilità, trovano grande utilità in questa conto economico tipologie, poiché permette di identificare con precisione le aree di maggiore o minore efficienza, facilitando il processo decisionale. In questo modello si distinguono i margini operativi per prodotto, per canale distributivo o per area geografica, offrendo così un quadro dettagliato dell’efficacia strategica delle singole scelte aziendali.

La scelta tra le diverse conto economico tipologie dipende quindi dagli obiettivi conoscitivi e informativi che l’impresa intende perseguire. Il conto economico civilistico risponde a esigenze di conformità legale e comunicazione verso l’esterno, mentre i modelli riclassificati e gestionali offrono informazioni più utili per la gestione interna e la pianificazione strategica. Spesso le imprese utilizzano più modelli in parallelo: quello civilistico per la redazione del bilancio ufficiale, e uno o più modelli gestionali per il controllo delle performance e l’analisi dei margini. L’adozione di più tipologie consente infatti una visione più completa e articolata della realtà aziendale, soprattutto in un contesto economico caratterizzato da crescente complessità e velocità di cambiamento.

Un ulteriore elemento da considerare nella valutazione delle diverse conto economico tipologie è il grado di dettaglio e personalizzazione che esse consentono. Mentre il conto civilistico è standardizzato e vincolato alla normativa, il conto economico gestionale può essere modellato sulla base delle esigenze specifiche dell’impresa, con livelli di granularità diversi in funzione della struttura organizzativa e dei sistemi informativi a disposizione. Questo rende possibile un’analisi più tempestiva e mirata, ad esempio per individuare tempestivamente scostamenti rispetto ai budget, analizzare i trend di costo o supportare decisioni di make or buy.

In conclusione, la conoscenza delle varie conto economico tipologie è un requisito imprescindibile per tutti coloro che operano in ambito amministrativo, finanziario e manageriale. Ogni tipologia ha un proprio valore e un proprio ambito di applicazione, e solo un utilizzo consapevole e coordinato di esse consente di ottenere una rappresentazione fedele, utile e strategicamente orientata della realtà aziendale. Conoscere le differenze tra i vari modelli e sapere quando e come utilizzarli permette non solo di adempiere correttamente agli obblighi di legge, ma anche di migliorare sensibilmente la qualità del processo decisionale all’interno dell’impresa.

CONTO ECONOMICO TIPOLOGIE: STRUTTURA E APPLICAZIONI

Il conto economico tipologie rappresenta uno degli strumenti fondamentali della contabilità generale e della redazione del bilancio d’esercizio, in quanto consente di analizzare in modo sistematico e coerente i risultati economici conseguiti da un’impresa in un determinato periodo. La sua funzione principale è quella di fornire una rappresentazione dettagliata dei componenti positivi e negativi di reddito, permettendo così di determinare il risultato economico dell’esercizio, ovvero l’utile o la perdita. Tale documento contabile, in base alla normativa vigente, può essere redatto secondo due differenti criteri: il criterio a costo del venduto e il criterio a valore della produzione. Ognuno di questi approcci presenta caratteristiche specifiche, vantaggi e svantaggi, e risponde a esigenze informative differenti.

Nel primo paragrafo si è evidenziato come le diverse configurazioni del conto economico tipologie siano previste dal Codice Civile italiano, in particolare dall’articolo 2425. La struttura civilistica standard prevede una suddivisione in macroaree che identificano il valore della produzione, i costi della produzione, il risultato operativo, il risultato della gestione finanziaria e straordinaria e il risultato prima delle imposte. In questa sede, approfondiremo la distinzione tra le tipologie più comunemente adottate nella prassi contabile, in particolare tra conto economico a costi e ricavi della produzione venduta e conto economico a valore e costi della produzione.

Il conto economico a costi e ricavi della produzione venduta è largamente utilizzato nelle imprese industriali e commerciali, in quanto consente di mettere in evidenza il margine industriale lordo e il margine operativo lordo (EBITDA). Questo tipo di rappresentazione parte dai ricavi delle vendite e delle prestazioni, e da essi sottrae direttamente i costi sostenuti per la produzione dei beni o servizi venduti. Tale schema consente una visione immediata dell’efficienza produttiva e dell’incidenza dei costi variabili e fissi sulla redditività dell’impresa. Le imprese che adottano questo modello sono generalmente orientate a una gestione per centri di costo e desiderano monitorare con precisione le marginalità per prodotto o linea di business.

D’altro canto, il conto economico a valore della produzione, previsto dallo schema civilistico dell’art. 2425, è strutturato per aggregati funzionali e comprende, tra i componenti positivi, non solo i ricavi ma anche le variazioni delle rimanenze, i lavori in corso su ordinazione e gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Questo schema è maggiormente adottato nelle imprese manifatturiere e nei settori dove il processo produttivo è articolato e prolungato nel tempo, e risulta particolarmente adatto per riflettere la complessità delle attività aziendali che non si traducono immediatamente in vendite. Esso consente una visione più ampia della performance aziendale, ma richiede una maggiore attenzione nella gestione delle rimanenze e nella valorizzazione dei lavori in corso.

Un ulteriore aspetto da considerare nel confronto tra le due tipologie di conto economico tipologie riguarda l’impatto sui principali indicatori di bilancio. Ad esempio, il margine operativo lordo e il risultato operativo possono risultare sensibilmente diversi a seconda dello schema adottato, a causa della diversa classificazione dei costi e dei ricavi. Inoltre, la rappresentazione del valore aggiunto e della redditività netta dell’impresa può essere influenzata dalle politiche di capitalizzazione dei costi e dalla modalità di contabilizzazione delle rimanenze. Per questo motivo, è fondamentale che l’impresa mantenga coerenza nel tempo nella scelta dello schema da adottare e che fornisca adeguate informazioni in Nota Integrativa per consentire la comparabilità tra esercizi.

Un aspetto meno noto ma rilevante nella scelta tra le diverse conto economico tipologie riguarda il grado di trasparenza e comprensibilità per gli stakeholder esterni, come investitori, banche, clienti e fornitori. Lo schema a valore della produzione può risultare meno intuitivo per i soggetti che non hanno familiarità con la contabilità aziendale, in quanto include componenti non monetari e non direttamente collegati alla vendita. Di conseguenza, alcune imprese redigono un secondo conto economico gestionale, secondo lo schema a margine di contribuzione, allo scopo di supportare la comunicazione con soggetti esterni e la pianificazione interna.

Nel contesto internazionale, le norme IFRS adottano un approccio meno vincolante rispetto alla struttura del conto economico, consentendo maggiore flessibilità nella presentazione dei risultati economici. Tuttavia, anche in ambito internazionale si riscontra la distinzione tra classificazione per natura e classificazione per destinazione dei costi, che richiama concettualmente la distinzione tra le due principali conto economico tipologie. In particolare, la classificazione per natura aggrega i costi in base alla loro tipologia (materie prime, servizi, personale), mentre la classificazione per destinazione li assegna alle funzioni aziendali (produzione, distribuzione, amministrazione).

In conclusione, la scelta dello schema di conto economico da adottare non è puramente formale, ma riflette le specificità dell’impresa, il settore in cui opera, le esigenze informative del management e degli stakeholder, nonché gli obblighi normativi. Una conoscenza approfondita delle conto economico tipologie consente di migliorare la qualità dell’informazione economica, di rafforzare i processi decisionali interni e di garantire maggiore trasparenza nella comunicazione esterna. Per questo motivo, è fondamentale che il professionista contabile sia in grado di valutare criticamente i diversi schemi e di supportare l’impresa nella redazione di un bilancio chiaro, coerente e rappresentativo della realtà aziendale.

CONTO ECONOMICO TIPOLOGIE: STRUTTURA E CASI PRATICI

Il conto economico tipologie è uno strumento fondamentale della contabilità aziendale, in quanto rappresenta la sintesi dei risultati economici di gestione di un’impresa in un determinato esercizio. Esso permette di conoscere la formazione del risultato economico dell’esercizio, sia esso un utile o una perdita, attraverso l’esposizione dei componenti positivi e negativi di reddito. A seconda dell’obiettivo conoscitivo e del tipo di analisi da condurre, esistono differenti configurazioni di conto economico, ciascuna delle quali fornisce un livello diverso di dettaglio e consente di evidenziare aspetti differenti della gestione economica aziendale. La conoscenza delle conto economico tipologie è quindi essenziale per interpretare correttamente i dati contabili, prendere decisioni consapevoli e comunicare in modo efficace le performance aziendali agli stakeholder interni ed esterni.

Tra le principali conto economico tipologie troviamo quella a valore aggiunto, quella a margine di contribuzione, quella a ricavi e costi della produzione e quella civilistica prevista dall’art. 2425 del Codice Civile. La versione civilistica è quella che le società di capitali devono obbligatoriamente adottare nella redazione del bilancio, ed è strutturata secondo uno schema a costi e ricavi della produzione. Questa struttura consente di analizzare la gestione operativa, quella finanziaria, quella straordinaria e quella fiscale, evidenziando il risultato prima delle imposte e il risultato netto. Tuttavia, questo schema non sempre è sufficiente per fornire informazioni gestionali approfondite, ed è per questo che nella prassi aziendale si utilizzano anche forme alternative.

Un’altra forma di conto economico tipologie è quella a valore aggiunto, molto utilizzata nelle analisi economiche per misurare la ricchezza prodotta dall’impresa e la sua distribuzione tra i vari portatori di interessi: dipendenti, Stato, finanziatori e soci. Il valore aggiunto è dato dalla differenza tra il valore della produzione e i costi dei fattori produttivi esterni (materie prime, servizi, godimento beni di terzi). Questo schema è particolarmente utile per mettere in luce la capacità dell’azienda di generare valore attraverso la propria attività caratteristica. Inoltre, è molto utilizzato per rappresentazioni sociali e bilanci di sostenibilità, in quanto rende evidente l’impatto economico complessivo dell’impresa.

Le conto economico tipologie comprendono anche quella a margine di contribuzione, che trova largo impiego nel controllo di gestione e nell’analisi dei costi. In questo schema, i costi vengono distinti tra fissi e variabili, e il focus è posto sul margine di contribuzione, ovvero la differenza tra ricavi e costi variabili. Questo margine serve a coprire i costi fissi e a generare utile. È una struttura particolarmente utile per analisi di convenienza, break-even point, pricing e decisioni operative. Si tratta, però, di una struttura non prevista dalla normativa civilistica, e per questo è adottata solo a fini interni o gestionali.

Infine, tra le conto economico tipologie vi è anche quella che rielabora il conto economico civilistico in forma scalare. Questa configurazione presenta una sequenza ordinata e crescente di risultati intermedi: margine industriale, margine operativo lordo (EBITDA), risultato operativo (EBIT), risultato ante imposte e utile netto. Questa forma, molto utilizzata nell’analisi finanziaria e nel reporting direzionale, consente di isolare le varie componenti del reddito e valutare l’efficienza gestionale, la struttura dei costi, l’incidenza degli oneri finanziari e la pressione fiscale. La scalabilità del risultato economico rende questa forma facilmente comparabile tra aziende diverse e nel tempo.

Queste differenze di struttura rendono evidente come la scelta tra le conto economico tipologie dipenda dall’obiettivo informativo, dal destinatario dell’informazione e dal contesto di utilizzo. Il bilancio d’esercizio ha una funzione prevalentemente legale e fiscale, mentre il reporting gestionale ha una funzione decisionale. È importante, pertanto, che chi si occupa di contabilità e controllo sia in grado di leggere e interpretare tutte le diverse configurazioni, adattandole ai bisogni dell’impresa.

Un esempio concreto dell’utilizzo delle diverse conto economico tipologie può essere tratto da un’azienda manifatturiera che voglia valutare l’efficienza della propria produzione. Attraverso lo schema civilistico potrà determinare il risultato d’esercizio secondo le regole di legge, ma potrebbe avere bisogno di uno schema a margine di contribuzione per valutare l’effetto dei costi variabili sul profitto, oppure di uno schema a valore aggiunto per misurare la distribuzione della ricchezza generata tra lavoro, capitale e Stato. Ogni struttura offre una visione parziale ma utile del fenomeno economico, ed è attraverso l’uso integrato delle varie forme che si ottiene una rappresentazione completa della gestione.

Concludendo, le conto economico tipologie rappresentano un elemento cardine nella contabilità d’impresa, non solo perché obbligatorie in sede di bilancio, ma anche perché fondamentali per il controllo interno e la gestione strategica. La conoscenza delle diverse configurazioni e la loro corretta applicazione consentono di valorizzare al meglio le informazioni contabili, trasformandole in strumenti efficaci per orientare le decisioni e misurare la performance aziendale nel suo complesso.

Accedi ora Gratis alle prime 4 lezioni
del Corso di Contabilità Replay

Inserisci il tuo nome e la tua migliore email per guardare subito on demand le prime 4 video lezioni. Se stai vedendo questo modulo di iscrizione, vuol dire che hai ancora l'opportunità di accedere all'anteprima del Corso di Contabilità più conosciuto e diffuso in Italia a titolo completamente gratuito. Non perdere questa occasione unica e iscriviti subito!

🔒 I tuoi dati e la tua Privacy sono al sicuro con noi perché odiamo lo spam.