Conto Economico Semplificato: scopriamo insieme come funziona e la sua struttura!
Sep 17, 2025CONTO ECONOMICO SEMPLIFICATO: GUIDA TECNICA E OPERATIVA
Il conto economico semplificato rappresenta una forma di rendicontazione dei risultati economici aziendali che si differenzia dal modello ordinario per una maggiore sintesi e immediatezza. È destinato principalmente alle imprese di dimensioni ridotte, che operano in regime di contabilità semplificata e che, per obblighi normativi o per scelta gestionale, non adottano uno schema completo del conto economico come previsto dal codice civile per le società di capitali. Lo scopo del conto economico semplificato è offrire una visione chiara e diretta dei principali aggregati economici, facilitando l’analisi della performance aziendale anche in assenza di una struttura contabile articolata.
Dal punto di vista tecnico, il conto economico semplificato si basa su una classificazione dei costi e dei ricavi secondo la loro natura, senza articolare le voci in modo analitico come nello schema ordinario. Le componenti fondamentali sono: i ricavi di esercizio, i costi diretti della produzione o della prestazione di servizi, gli oneri generali, i proventi e oneri finanziari, eventuali componenti straordinarie e il risultato dell’esercizio. Non vengono rappresentate voci come variazioni di rimanenze, accantonamenti, ammortamenti e svalutazioni in modo distinto, ma tali elementi sono inglobati nei costi totali o indicati separatamente solo se rilevanti.
Il principale riferimento normativo per il conto economico semplificato è il principio contabile OIC 12, che definisce le linee guida per la redazione del conto economico, pur con la consapevolezza che le imprese in contabilità semplificata non sono tenute ad adottare i principi contabili nazionali. Tuttavia, l’adozione di un modello semplificato coerente con i criteri contabili generali è utile per garantire la comparabilità dei dati nel tempo e la coerenza con eventuali esigenze fiscali o informative nei confronti di banche e investitori.
Un aspetto centrale nella struttura del conto economico semplificato riguarda la rilevazione per cassa o per competenza. Le imprese in regime di contabilità semplificata sono tenute, in linea generale, alla rilevazione per cassa, ossia registrano i ricavi e i costi nel momento in cui si verifica l’incasso o il pagamento. Tuttavia, per una maggiore rappresentatività del risultato economico, è frequente che si adotti un criterio misto, che consente di includere componenti economiche rilevanti maturate ma non ancora incassate o pagate, come nel caso di canoni, premi assicurativi o servizi pluriennali.
Il conto economico semplificato si rivela particolarmente utile anche per finalità gestionali. Grazie alla sua struttura essenziale, consente agli imprenditori di monitorare l’andamento economico dell’attività con maggiore frequenza e senza l’ausilio di strumenti complessi. Può essere redatto mensilmente o trimestralmente, offrendo una base informativa utile per la pianificazione finanziaria, la gestione dei costi e l’analisi di marginalità.
Nel contesto della digitalizzazione, molti software gestionali permettono di generare automaticamente il conto economico semplificato, a partire dai dati inseriti in prima nota o nei registri IVA. Questo consente anche a soggetti non esperti di contabilità di ottenere una fotografia immediata della situazione economica, contribuendo a una maggiore consapevolezza finanziaria.
Infine, è importante sottolineare che, sebbene il conto economico semplificato non abbia un formato rigidamente codificato, la sua redazione deve comunque rispettare criteri di veridicità e chiarezza. I dati devono essere attendibili, coerenti e facilmente confrontabili, in modo da consentire un’analisi corretta dell’andamento economico dell’impresa. L’utilizzo del conto economico in forma semplificata, quindi, non implica una riduzione del rigore contabile, ma piuttosto una sua adattabilità alle esigenze di realtà aziendali meno complesse.
DIFFERENZE TRA CONTO ECONOMICO SEMPLIFICATO E ORDINARIO
Nel panorama della rendicontazione economica aziendale, distinguere il conto economico semplificato dal modello ordinario è essenziale per comprendere le implicazioni operative e informative derivanti dalla scelta di uno schema piuttosto che dell’altro. La differenza principale risiede nella struttura e nella profondità delle informazioni fornite: il modello ordinario, previsto dall’art. 2425 del Codice Civile, impone una classificazione dettagliata dei costi e dei ricavi secondo uno schema obbligatorio, mentre il conto economico semplificato adotta una logica di sintesi, focalizzandosi solo sulle voci essenziali.
Il conto economico semplificato è utilizzato principalmente da imprese in contabilità semplificata o da soggetti che non sono obbligati alla redazione del bilancio secondo la IV direttiva CEE. Questo comporta che, nella prassi, molte microimprese e lavoratori autonomi, pur non essendo tenuti a redigere formalmente un bilancio, utilizzano uno schema semplificato per valutare l’andamento della propria attività. Lo schema ordinario, al contrario, è obbligatorio per le società di capitali che non rientrano nei parametri delle micro-imprese e richiede una rappresentazione analitica delle componenti economiche.
Dal punto di vista operativo, il conto economico semplificato consente una maggiore agilità nella redazione e nella lettura, rendendolo adatto a imprenditori che necessitano di uno strumento di controllo interno ma non dispongono di un’organizzazione amministrativa complessa. Le voci principali si limitano a: ricavi, costi diretti, costi generali, proventi/oneri finanziari ed eventuali poste straordinarie. Al contrario, il modello ordinario prevede una suddivisione articolata in macro-classi (A, B, C, D ed E), ognuna delle quali include numerose sottovoci, spesso accompagnate da note esplicative obbligatorie nella Nota Integrativa.
Un ulteriore elemento di distinzione riguarda il criterio di rilevazione. Nel conto economico semplificato, la rilevazione avviene generalmente per cassa o con un criterio misto, riflettendo le effettive movimentazioni finanziarie. Nel modello ordinario, invece, è obbligatoria la rilevazione per competenza economica, secondo i principi contabili nazionali o internazionali adottati dall’impresa. Questa differenza comporta impatti significativi sul risultato economico e sulle modalità di rappresentazione del reddito.
L’assenza di vincoli formali nella redazione del conto economico semplificato permette una maggiore flessibilità, ma al tempo stesso richiede attenzione alla coerenza e attendibilità dei dati riportati. Le imprese che redigono un conto economico semplificato devono garantire la comparabilità nel tempo e la possibilità di ricostruire la logica sottostante alle principali poste, anche in vista di controlli fiscali o di richieste informative da parte di banche e altri stakeholders.
Un aspetto critico è rappresentato dalla difficoltà di utilizzare il conto economico semplificato per finalità esterne, come la partecipazione a bandi, gare pubbliche o richieste di finanziamento. In tali contesti, la mancanza di un bilancio strutturato può costituire un limite. Tuttavia, sempre più soggetti richiedono forme intermedie di rendicontazione che, pur non essendo ufficiali, consentono di rappresentare l’andamento economico in modo credibile: il conto economico semplificato risponde a questa esigenza, a patto che venga redatto con rigore metodologico.
In termini di utilità gestionale, il conto economico semplificato si rivela uno strumento versatile per la pianificazione e il controllo di gestione nelle piccole realtà. Fornisce indicazioni tempestive sull’equilibrio tra ricavi e costi, supporta le decisioni relative alla fissazione dei prezzi, alla gestione delle spese e alla sostenibilità dell’attività. È inoltre facilmente integrabile con strumenti di budgeting semplificati, fornendo un quadro operativo coerente anche in assenza di sistemi contabili avanzati.
In sintesi, la scelta tra conto economico ordinario e conto economico semplificato dipende dalla natura giuridica dell’impresa, dal regime contabile adottato, dalle esigenze informative e dagli obblighi normativi. Mentre il modello ordinario garantisce una maggiore trasparenza e standardizzazione, lo schema semplificato offre immediatezza e adattabilità, rendendolo particolarmente adatto alle esigenze delle microimprese e dei professionisti.
CONTENUTO, STRUTTURA E FINALITÀ DEL CONTO ECONOMICO SEMPLIFICATO
Il conto economico semplificato è strutturato per fornire una visione sintetica ma funzionale delle componenti positive e negative della gestione d’impresa. Nonostante la semplificazione, il documento conserva la sua funzione primaria: quella di rappresentare il risultato economico dell’esercizio, fornendo una base oggettiva per valutazioni interne ed esterne. La sua struttura, meno dettagliata rispetto alla versione ordinaria, risponde all’esigenza di rendere accessibili i dati contabili anche a soggetti non specialisti, pur mantenendo un livello di affidabilità coerente con i principi di redazione del bilancio.
Nella forma semplificata, il conto economico semplificato si articola in categorie aggregate. Il “Valore della produzione” comprende i ricavi delle vendite e delle prestazioni, le variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti, le variazioni dei lavori in corso su ordinazione, gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni e gli altri ricavi e proventi, inclusi i contributi in conto esercizio. I “Costi della produzione” invece includono i costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci, costi per servizi, per godimento di beni di terzi, per il personale (senza suddivisione in salari, contributi, TFR), e gli oneri diversi di gestione. Anche gli ammortamenti e le svalutazioni sono rappresentati in forma aggregata.
Il “Risultato operativo” deriva dalla differenza tra valore e costi della produzione, e viene rettificato dagli “Proventi e oneri finanziari”, dai “Rettifiche di valore di attività finanziarie” e dagli “Oneri e proventi straordinari” (questi ultimi secondo le disposizioni in vigore prima della riforma che ha portato alla loro eliminazione nei bilanci ordinari, ma ancora contemplati nella prassi di alcune redazioni semplificate). Il risultato prima delle imposte è poi adeguato con le imposte dell’esercizio, fino a giungere all’utile (o perdita) dell’esercizio.
Il conto economico semplificato non fornisce il dettaglio di ciascuna voce come accade nei bilanci ordinari, ma permette comunque un’analisi della performance economica dell’azienda. La presenza di categorie aggregate consente di ridurre l’onere amministrativo per le imprese minori, ma impone un’accurata valutazione da parte degli organi amministrativi nella classificazione delle componenti reddituali. Questo richiede una conoscenza approfondita della natura dei ricavi e dei costi, per assicurare una rappresentazione fedele della realtà economica.
L’utilizzo del conto economico semplificato si rivela particolarmente utile per le microimprese e le piccole imprese, le quali spesso non dispongono di strutture amministrative complesse. Il bilancio semplificato riduce il carico burocratico e consente di concentrare le risorse sulle attività operative. Inoltre, anche in fase di approvazione e deposito del bilancio presso il Registro delle Imprese, la forma semplificata accelera i tempi e riduce i costi.
Tuttavia, la semplificazione deve essere gestita con attenzione. È essenziale che, pur nella riduzione delle voci informative, non venga compromessa la rappresentazione veritiera e corretta del risultato economico. Gli amministratori devono quindi documentare adeguatamente le scelte contabili adottate e assicurarsi che le politiche di classificazione siano coerenti nel tempo. La comparabilità tra esercizi successivi rappresenta infatti un elemento cruciale per valutare l’evoluzione della gestione e il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
In sede di revisione legale o controllo contabile, il conto economico semplificato richiede una particolare attenzione per quanto riguarda la tracciabilità delle registrazioni sottostanti alle voci aggregate. I revisori devono accertarsi che l’informazione aggregata rifletta fedelmente le operazioni contabili effettive, pur in assenza del dettaglio tipico dei bilanci ordinari. Questo comporta una maggiore collaborazione tra revisori e responsabili amministrativi, soprattutto in assenza di strumenti di contabilità analitica o reporting avanzato.
In conclusione, la struttura e il contenuto del conto economico semplificato sono concepiti per rendere più agevole la rendicontazione economica delle imprese di minori dimensioni. Pur mantenendo una funzione informativa essenziale, il documento risponde alle esigenze di semplificazione, efficienza e trasparenza che caratterizzano il contesto delle PMI italiane. La corretta redazione di questo strumento consente di integrare esigenze gestionali e obblighi normativi, offrendo una sintesi efficace dell’attività economica dell’impresa.
ESEMPI PRATICI DI CONTO ECONOMICO SEMPLIFICATO
Per comprendere concretamente l’applicazione del conto economico semplificato, è utile analizzare alcuni esempi pratici riferiti a realtà imprenditoriali di piccole dimensioni, che operano in contabilità semplificata. Questi esempi permettono di cogliere la logica sottostante al modello semplificato, le modalità di rilevazione dei costi e ricavi e la struttura dei dati contabili utilizzabili per l’analisi gestionale. L’obiettivo non è solo compilare correttamente i modelli fiscali, ma anche ottenere informazioni chiare e tempestive sull’andamento economico dell’attività.
Si consideri innanzitutto il caso di una ditta individuale operante nel commercio al dettaglio, in regime di contabilità semplificata. L’imprenditore, nel corso dell’anno, ha sostenuto acquisti di merci per 40.000 euro, ha incassato vendite per 85.000 euro e ha sostenuto spese per utenze, canoni e consulenze per un totale di 15.000 euro. Le registrazioni sono effettuate secondo il principio di cassa, come previsto dalla normativa fiscale per il regime semplificato. Il conto economico semplificato sarà pertanto costruito sulla base dei soli incassi e pagamenti, senza considerare ratei, risconti o ammortamenti.
Nel prospetto di conto economico semplificato di questa impresa, troveremo quindi i ricavi per 85.000 euro, i costi per merci pari a 40.000 euro e le spese generali per 15.000 euro, ottenendo un risultato economico (utile ante imposte) pari a 30.000 euro. Questo dato potrà essere poi utilizzato sia per determinare l’imponibile fiscale, sia per trarre indicazioni sull’efficienza economica della gestione. È evidente, tuttavia, che il prospetto non evidenzia aspetti patrimoniali né la dinamica dei crediti o delle rimanenze, ma risulta sufficiente per la rappresentazione economica essenziale richiesta in ambito semplificato.
Un secondo esempio riguarda un professionista iscritto all’albo, che opera individualmente offrendo servizi di consulenza. Nel corso dell’anno ha ricevuto compensi per 60.000 euro e ha sostenuto costi documentati per l’acquisto di software, abbonamenti, spese telefoniche e carburante per un totale di 12.000 euro. Anche in questo caso, trattandosi di contribuente in contabilità semplificata, il conto economico semplificato sarà costruito in base ai compensi incassati e alle spese effettivamente pagate. Non essendoci costi pluriennali ammortizzabili, il prospetto sarà particolarmente snello.
Nel suo conto economico semplificato, il professionista evidenzierà un utile lordo di 48.000 euro, che sarà poi eventualmente rettificato per determinare la base imponibile IRPEF. La semplificazione consente di evitare scritture complesse e gestione di cespiti, ma rende il prospetto meno informativo sul fronte degli investimenti a lungo termine. Tuttavia, per finalità fiscali e per una prima valutazione dell’efficienza gestionale, tale rappresentazione è più che sufficiente.
Vediamo ora un esempio più articolato, riferito a una società di persone che gestisce una piccola attività artigianale. I soci hanno deciso di mantenere la contabilità semplificata e, nel corso dell’esercizio, hanno incassato ricavi per 120.000 euro, pagato materie prime per 35.000 euro, sostenuto costi di manodopera dipendente per 40.000 euro e ulteriori spese generali per 25.000 euro. Hanno inoltre acquistato un macchinario per 20.000 euro, che non verrà ammortizzato nel conto economico semplificato, ma rilevato come costo integrale nell’anno di pagamento, secondo la logica di cassa.
Nel prospetto redatto secondo il modello di conto economico semplificato, i ricavi saranno pari a 120.000 euro, i costi complessivi (materie, personale, spese generali e investimento) ammonteranno a 120.000 euro, determinando un utile pari a zero. Tale rappresentazione, pur apparendo penalizzante in termini economici, è aderente alla logica fiscale vigente. L’eventuale recupero del costo dell’investimento attraverso deduzioni extracontabili o il riporto delle perdite sarà gestito a livello dichiarativo, non emergendo dal prospetto stesso.
Questi esempi evidenziano come il conto economico semplificato sia uno strumento conforme alle esigenze delle piccole imprese e dei professionisti che operano con regimi contabili agevolati. Tuttavia, per finalità gestionali, può essere utile integrare la visione fiscale con un prospetto gestionale interno che tenga conto delle logiche di competenza, degli ammortamenti e delle dinamiche finanziarie. Questo approccio integrato consente di superare i limiti informativi del prospetto semplificato e ottenere una visione più chiara della redditività nel tempo.
Un ultimo esempio riguarda un’impresa familiare che gestisce un’attività agricola e usufruisce del regime speciale previsto per gli agricoltori. In questo caso, i ricavi sono determinati sulla base dei corrispettivi incassati, mentre i costi comprendono prevalentemente spese vive, manodopera occasionale e affitti. Il conto economico semplificato sarà utilizzato per compilare la dichiarazione dei redditi, ma spesso l’impresa integra questi dati con un rendiconto gestionale interno per monitorare l’andamento economico stagionale e pianificare le colture dell’anno successivo.
In conclusione, gli esempi pratici illustrati dimostrano che il conto economico semplificato costituisce uno strumento flessibile e accessibile per la rappresentazione dei risultati economici in contesti di minori adempimenti contabili. Sebbene non consenta un’analisi approfondita delle dinamiche aziendali, rappresenta una soluzione coerente con la normativa fiscale e consente alle microimprese e ai professionisti di adempiere efficacemente agli obblighi dichiarativi, mantenendo al contempo un controllo minimo ma efficace della propria redditività. La chiarezza, la linearità e la semplicità della struttura rendono questo strumento particolarmente adatto all’operatività quotidiana delle realtà economiche più snelle.

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