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Iva Carburante: analizziamo insieme cos'è e come funziona!

iva May 28, 2025
 

IVA CARBURANTE: COSA SAPERE E COME FUNZIONA

L'IVA carburante rappresenta un ambito specifico e particolarmente rilevante della normativa fiscale italiana, poiché coinvolge sia soggetti passivi d'imposta che operatori economici in molteplici settori produttivi. Con l'espressione IVA carburante si fa riferimento alle regole che disciplinano la detrazione dell'imposta sul valore aggiunto applicata all'acquisto di carburanti destinati all'alimentazione dei veicoli impiegati nell'ambito dell'attività economica. In Italia, il trattamento fiscale dell'IVA carburante è stato oggetto di numerose modifiche nel tempo, con interventi legislativi e prassi amministrative che hanno cercato di bilanciare esigenze di semplificazione e contrasto all'evasione.

Le principali fonti normative da considerare sono l'art. 19 del D.P.R. n. 633/1972, che disciplina il diritto alla detrazione dell'IVA, e l'art. 164 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che disciplina la deducibilità dei costi relativi ai mezzi di trasporto. A questi si affiancano numerosi chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate, tra cui le risoluzioni e le circolari che negli ultimi anni hanno definito le modalità di documentazione e contabilizzazione dell'acquisto di carburante.

Fino al 2018 era possibile acquistare carburante in contanti per ottenere la detrazione dell'IVA carburante, ma a partire dal 1° luglio 2018, l'art. 1, comma 922, della Legge n. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018) ha introdotto l'obbligo di tracciabilità dei pagamenti. Questo significa che la detrazione dell'IVA carburante è ora consentita solo se il pagamento è stato effettuato con mezzi tracciabili: carte di credito, carte di debito, carte prepagate, bonifici bancari, assegni non trasferibili o altri strumenti elettronici idonei.

Il fine principale di questa riforma è quello di prevenire fenomeni di evasione fiscale e di falsificazione della documentazione, imponendo che i dati relativi ai rifornimenti siano automaticamente trasmessi all'Agenzia delle Entrate. A tal proposito, anche la fattura elettronica è diventata obbligatoria per gli acquisti di carburante tra soggetti passivi d'imposta, contribuendo a una maggiore trasparenza.

Occorre inoltre evidenziare che il diritto alla detrazione dell'IVA carburante è subordinato all'utilizzo del carburante per veicoli utilizzati nell'esercizio dell'attività d'impresa, arte o professione. In caso di utilizzo promiscuo, cioè sia per fini aziendali che personali, la detrazione dell'imposta è ammessa in misura parziale, tipicamente al 40%. Questo principio trova fondamento nel D.P.R. 633/72 e nelle disposizioni interpretative dell'Agenzia delle Entrate.

Ulteriore elemento da tenere in considerazione è la necessità di conservare idonea documentazione fiscale: la fattura elettronica emessa dal distributore, che deve riportare tutti i dati richiesti dalla normativa IVA. In assenza di tale documento, l'IVA carburante non è detraibile, neanche in presenza di pagamenti tracciabili. Inoltre, anche i soggetti che operano in regime forfettario o in regime dei minimi non hanno diritto alla detrazione dell'IVA, compresa l'IVA carburante, data la loro esclusione dal regime ordinario di detrazione.

Dal punto di vista operativo, è importante organizzare un sistema di registrazione delle fatture elettroniche ricevute per l'acquisto di carburante, distinguendo chiaramente quelle riferibili ai veicoli aziendali da eventuali rifornimenti privati. Una gestione documentale precisa consente non solo di ottemperare alle disposizioni normative ma anche di evitare contestazioni in sede di accertamento.

In sintesi, la disciplina dell'IVA carburante è strettamente connessa al principio generale di inerenza del bene o servizio acquistato rispetto all'attività esercitata. Il carburante può essere considerato inerente solo se effettivamente utilizzato per lo svolgimento dell'attività economica, e pertanto il suo trattamento IVA deve essere valutato alla luce dell'effettiva destinazione del veicolo rifornito. Tali regole, pur complesse, mirano a garantire una corretta applicazione dell'imposta e a ridurre fenomeni di elusione o evasione.

LE MODALITÀ DI DETRAZIONE DELL'IVA CARBURANTE: LIMITI, CONDIZIONI E STRUMENTI DI PAGAMENTO

La corretta detrazione dell'IVA carburante richiede l'osservanza di specifici criteri stabiliti dal legislatore e chiariti dall'Agenzia delle Entrate attraverso numerosi interventi interpretativi. Le modalità di detrazione si fondano essenzialmente su tre pilastri: il rispetto del principio di inerenza, la tracciabilità dei pagamenti e la corretta documentazione fiscale. Senza la contestuale presenza di questi elementi, il diritto alla detrazione dell'IVA carburante viene meno.

Il primo criterio, quello dell'inerenza, implica che il carburante debba essere utilizzato per veicoli destinati all'attività economica dell'impresa o del professionista. Ciò significa che, ad esempio, il rifornimento di un'auto privata o di un veicolo non strumentale non permette la detrazione dell'IVA carburante. La normativa prevede una percentuale di detrazione pari al 100% se il veicolo è utilizzato esclusivamente per fini aziendali, e al 40% se l'utilizzo è promiscuo. Questo limite parziale è stato stabilito per evitare abusi nel caso di utilizzi personali non tracciabili.

In secondo luogo, il pagamento deve avvenire esclusivamente con mezzi tracciabili. Sono accettati: carte di credito e di debito aziendali, carte prepagate intestate all'azienda, bonifici, assegni non trasferibili o strumenti elettronici tracciabili. Il pagamento in contanti, anche se seguito dall'emissione della fattura, non consente la detrazione dell'IVA carburante, in quanto non conforme alle disposizioni della Legge di Bilancio 2018. La tracciabilità serve a garantire la trasparenza delle operazioni e la possibilità di controllo da parte dell'amministrazione finanziaria.

Il terzo elemento è rappresentato dalla documentazione. È necessario che per ogni rifornimento venga emessa fattura elettronica intestata al soggetto passivo IVA. La fattura deve contenere tutti gli elementi richiesti dalla normativa: dati identificativi del cedente e del cessionario, quantità e qualità del bene, importo dell'IVA, modalità di pagamento. I documenti devono essere conservati elettronicamente secondo le regole della conservazione digitale a norma. In caso di controlli, l'assenza della documentazione impedisce la detrazione anche se il pagamento è avvenuto con mezzi tracciabili.

Per facilitare la gestione delle fatture, molte aziende adottano sistemi automatizzati per la ricezione e la contabilizzazione delle fatture elettroniche di carburante. Alcuni distributori offrono servizi dedicati che permettono di ricevere periodicamente una fattura riepilogativa per tutti i rifornimenti effettuati in un determinato intervallo di tempo, purché il pagamento sia avvenuto tramite tessere carburante aziendali. Questo strumento semplifica la gestione contabile e garantisce la conformità con la normativa sull'IVA carburante.

Un ulteriore aspetto da considerare riguarda i veicoli in leasing o a noleggio. Anche per questi veicoli, se utilizzati per fini aziendali, è possibile detrarre l'IVA carburante secondo le regole ordinarie. Tuttavia, occorre verificare che il contratto sia intestato all'impresa e che il veicolo sia effettivamente impiegato nell'attività economica. In caso contrario, la detrazione può essere esclusa o limitata.

Va infine ricordato che non esistono limiti di importo minimo per il diritto alla detrazione: anche un singolo rifornimento può dare diritto alla detrazione dell'IVA carburante, purché siano rispettate tutte le condizioni richieste. Tuttavia, le amministrazioni finanziarie possono effettuare controlli di coerenza tra i consumi dichiarati, i chilometraggi dei veicoli e l'attività svolta, per prevenire comportamenti elusivi.

In conclusione, la detrazione dell'IVA carburante richiede una gestione scrupolosa e conforme alle disposizioni vigenti. La corretta applicazione delle regole consente di beneficiare di un legittimo risparmio fiscale, evitando nel contempo sanzioni e contestazioni. Le imprese e i professionisti devono dunque dotarsi di strumenti organizzativi e tecnologici adeguati, formare il personale coinvolto e collaborare con consulenti esperti per assicurare la piena conformità normativa.

ESEMPI PRATICI DI DETRAZIONE DELL'IVA CARBURANTE: CASI CONCRETI ED ERRORI DA EVITARE

La corretta applicazione delle norme relative all’IVA carburante può risultare complessa nella pratica quotidiana, soprattutto per i soggetti meno esperti nella gestione contabile o per le piccole imprese. Per chiarire l’argomento, è utile analizzare alcuni esempi pratici che illustrano situazioni frequenti e permettono di comprendere come comportarsi per rispettare la normativa e ottenere la legittima detrazione dell’imposta.

Si consideri il caso di un libero professionista che utilizza la propria autovettura per recarsi presso i clienti. Egli effettua il rifornimento presso una stazione di servizio e paga con la propria carta di debito personale. Tuttavia, nel momento dell’acquisto, chiede l’emissione di una fattura elettronica intestata alla propria partita IVA. In questo caso, nonostante il pagamento non sia stato effettuato con un mezzo di pagamento aziendale, ma con un mezzo tracciabile personale, l’operazione può essere considerata idonea ai fini della detrazione dell’IVA carburante, a condizione che sia dimostrabile l’inerenza del rifornimento all’attività professionale svolta.

Un altro esempio riguarda un’impresa edile che possiede un parco veicoli composto da camion e furgoni intestati alla società. I dipendenti effettuano il rifornimento utilizzando una tessera carburante associata all’impresa e ricevono mensilmente una fattura riepilogativa da parte del fornitore di carburante. Le fatture indicano chiaramente i dati del veicolo, le date dei rifornimenti, i chilometraggi e l’importo dell’IVA carburante. Questo sistema, se correttamente impostato, consente una gestione efficiente e conforme alla normativa, facilitando i controlli interni e la conservazione documentale.

Al contrario, una situazione di rischio può verificarsi quando un professionista riceve una fattura elettronica da parte del gestore carburante, ma il pagamento è avvenuto in contanti. Anche se la fattura riporta tutti i dati corretti e dimostra l’inerenza all’attività, la mancanza di tracciabilità nel pagamento comporta la perdita del diritto alla detrazione dell’IVA carburante. Questo errore è purtroppo ancora diffuso, soprattutto nei primi tempi di applicazione della normativa.

Un ulteriore caso riguarda l’utilizzo di veicoli in leasing operativo. Supponiamo che una società di consulenza utilizzi un’auto in leasing, per la quale paga un canone mensile comprensivo di manutenzione e assicurazione. Il veicolo è intestato alla società di leasing, ma la società utilizzatrice sostiene direttamente le spese per il carburante. Se le fatture dei rifornimenti vengono intestate correttamente alla società utilizzatrice e i pagamenti sono tracciabili, la detrazione dell’IVA carburante è ammessa secondo le regole generali, anche se la proprietà giuridica del mezzo non è in capo all’impresa stessa.

È utile menzionare anche il caso delle imprese con flotta aziendale. Per esempio, una società di logistica con 50 mezzi pesanti può stipulare contratti con fornitori di carburante che prevedono fatturazioni cumulative settimanali o mensili. A condizione che ogni rifornimento sia associato a una specifica targa e che il pagamento avvenga tramite carta collegata al contratto aziendale, la detrazione dell’IVA carburante è integralmente ammessa per i mezzi strumentali.

D’altra parte, numerosi errori derivano da una gestione disordinata della documentazione. Ad esempio, se un’impresa riceve fatture elettroniche intestate correttamente ma non le conserva nel sistema di archiviazione elettronico previsto dalla normativa, rischia di vedersi contestare la detrazione. Anche l’uso promiscuo del veicolo senza una documentazione che attesti in modo sufficiente l’impiego per finalità aziendali può comportare limitazioni o esclusioni della detrazione dell’IVA carburante.

Una problematica ricorrente riguarda anche i rifornimenti effettuati tramite collaboratori esterni o consulenti. Se questi effettuano il rifornimento per conto dell’impresa ma la fattura viene intestata a loro stessi o i pagamenti non sono riconducibili direttamente all’azienda, la detrazione dell’IVA carburante non è ammessa. È quindi fondamentale che ogni rifornimento destinato all’attività d’impresa sia documentato da una fattura intestata correttamente e accompagnato da pagamento tracciabile riferibile al soggetto passivo IVA.

In tutti questi esempi risulta evidente che la detrazione dell’IVA carburante non dipende solo dalla volontà di detrarre, ma dall’effettiva dimostrazione dei presupposti previsti dalla legge. I tre elementi imprescindibili — inerenza, tracciabilità e fattura corretta — devono coesistere. La gestione pratica deve quindi essere supportata da una procedura chiara e sistematica che coinvolga i reparti amministrativi, gli autisti, i dipendenti e anche gli eventuali fornitori esterni coinvolti nei processi logistici e operativi dell’impresa.

SANZIONI, CONTROLLI E ADEMPIMENTI NELLA GESTIONE DELL'IVA CARBURANTE

La gestione dell’IVA carburante non si esaurisce con l’applicazione delle regole di detraibilità, ma comporta anche una serie di obblighi formali e sostanziali che, se disattesi, possono comportare sanzioni e accertamenti da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Il sistema di controlli è pensato per assicurare l’effettiva corrispondenza tra quanto dichiarato dal contribuente e le operazioni effettuate, ed è strettamente connesso al principio di tracciabilità e documentazione puntuale.

In primo luogo, va ricordato che l’assenza di una fattura elettronica valida o la presenza di una fattura irregolare può comportare l’indetraibilità dell’IVA carburante e l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 6, comma 6, del D.Lgs. 471/1997. La sanzione amministrativa in questi casi varia dal 90% al 180% dell’imposta non detratta, con un minimo di 500 euro. Anche l’omessa conservazione delle fatture o la mancata osservanza delle regole sulla conservazione digitale rappresentano violazioni formali sanzionabili.

Un’altra area di attenzione riguarda la tracciabilità dei pagamenti. Se il pagamento del carburante avviene in contanti, anche in presenza di una fattura corretta, l’IVA carburante non è detraibile. Questa violazione, pur non comportando automaticamente una sanzione amministrativa autonoma, può costituire un elemento valutativo negativo in sede di verifica. In caso di reiterazione, il comportamento può essere qualificato come condotta elusiva o fraudolenta.

Durante i controlli, l’Agenzia delle Entrate può avvalersi dell’incrocio tra i dati delle fatture elettroniche e quelli relativi ai pagamenti comunicati dagli intermediari finanziari. In questo contesto, la corrispondenza tra il soggetto passivo che riceve la fattura e l’intestatario del mezzo di pagamento è un elemento di coerenza che viene valutato positivamente. Una divergenza sistematica tra i soggetti coinvolti può sollevare dubbi sull’effettiva riconducibilità dell’operazione all’attività d’impresa.

È inoltre importante che l’impresa o il professionista adotti procedure interne per la gestione della documentazione relativa all’IVA carburante. Questo significa istituire un registro digitale per le fatture ricevute, archiviare le ricevute di pagamento, identificare i veicoli per i quali il carburante è destinato e annotare le percorrenze chilometriche, almeno a fini di controllo interno. Queste misure non sono obbligatorie in senso stretto, ma rappresentano una buona prassi utile in sede di verifica.

Le imprese che utilizzano flotte aziendali devono porre particolare attenzione alla coerenza tra i consumi registrati, i chilometraggi dei veicoli e le missioni aziendali. Laddove si riscontrino anomalie, come rifornimenti eccessivi rispetto al chilometraggio percorso o ripetute anomalie nei dati, l’Agenzia può contestare l’inerenza dell’operazione e disconoscere la detrazione dell’IVA carburante. In tal caso, si apre un procedimento di accertamento che può sfociare in una rettifica della dichiarazione IVA e nell’irrogazione delle relative sanzioni.

Dal punto di vista degli adempimenti, oltre alla conservazione delle fatture, è richiesto il rispetto delle regole di registrazione contabile. Le fatture elettroniche relative al carburante devono essere registrate nel registro degli acquisti nel periodo d’imposta di riferimento. La mancata registrazione comporta l’indetraibilità dell’IVA e, in caso di registrazione tardiva, si applicano le sanzioni previste per l’omessa o tardiva registrazione delle operazioni.

In materia di responsabilità, è bene precisare che eventuali irregolarità possono ricadere sia sul soggetto passivo IVA che sul fornitore. Quest’ultimo è responsabile, ad esempio, dell’emissione corretta della fattura elettronica e della trasmissione tempestiva al Sistema di Interscambio (SdI). Il cliente, invece, è responsabile della correttezza del pagamento e della conservazione della documentazione. In caso di accertamento, entrambi i soggetti possono essere coinvolti e invitati a fornire chiarimenti.

Le verifiche possono avvenire anche in forma indiretta, tramite l’analisi dei dati contenuti nelle comunicazioni periodiche IVA, nella dichiarazione annuale e nei registri digitali delle fatture. L’utilizzo di strumenti informatici da parte dell’Agenzia delle Entrate consente di individuare anomalie in modo automatizzato, generando alert che possono sfociare in lettere di compliance o veri e propri avvisi di accertamento.

Infine, è utile ricordare che una gestione corretta dell’IVA carburante non solo evita sanzioni, ma contribuisce alla costruzione di una reputazione fiscale solida. Le aziende che operano in modo conforme, adottando procedure interne, strumenti digitali e una contabilità trasparente, risultano meno esposte al rischio di controlli e si pongono in una posizione favorevole nei rapporti con banche, fornitori e partner commerciali.

In conclusione, le sanzioni e i controlli relativi all’IVA carburante sono il frutto di un sistema normativo articolato che impone rigore, ma offre anche strumenti per una gestione efficiente e sicura. L’adozione di buone pratiche contabili, l’uso di tecnologie per la conservazione digitale, la tracciabilità dei pagamenti e la formazione del personale rappresentano le chiavi per una gestione efficace e conforme della materia. 

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