Normativa Ratei e Risconti : vediamo insieme come funziona e cosa prevede la normativa!
ratei e risconti Oct 24, 2024NORMATIVA RATEI E RISCONTI: DEFINIZIONE E RIFERIMENTI NORMATIVI
Quando si parla di normativa ratei e risconti, ci si riferisce a due concetti contabili di fondamentale importanza per la corretta rilevazione temporale dei costi e dei ricavi nelle aziende. Questi due elementi fanno parte delle scritture di assestamento che si eseguono alla fine dell’esercizio contabile per determinare correttamente il risultato economico dell’impresa. In Italia, la normativa ratei e risconti trova le sue radici negli articoli del Codice Civile relativi alla redazione del bilancio d’esercizio e ai principi contabili nazionali, in particolare l’OIC 18.
I ratei rappresentano delle quote di entrate o di uscite future che devono essere contabilizzate nel presente, poiché fanno riferimento a costi o ricavi già maturati ma non ancora incassati o pagati. Questi possono essere attivi, nel caso in cui riguardino un ricavo che si manifesterà in futuro, oppure passivi, se riguardano un costo futuro che è già stato maturato.
I risconti, al contrario, riguardano costi o ricavi che sono stati già pagati o incassati, ma che devono essere imputati a esercizi futuri. Anche i risconti si dividono in risconti attivi e risconti passivi, a seconda che si riferiscano a un ricavo futuro già incassato o a un costo futuro già pagato.
Secondo la normativa ratei e risconti, le aziende sono obbligate a rispettare i principi di competenza economica per assicurare che i costi e i ricavi siano registrati nell’esercizio in cui effettivamente maturano, indipendentemente dal momento in cui avviene il pagamento o l’incasso. Questo principio è fondamentale per una corretta rappresentazione della situazione patrimoniale ed economica dell’azienda.
RATEI: CLASSIFICAZIONE E RILEVAZIONE CONTABILE
La normativa ratei e risconti prevede una distinzione chiara tra ratei attivi e ratei passivi, che devono essere rilevati nel bilancio d'esercizio per rispettare il principio della competenza economica. Ma come avviene questa rilevazione contabile e quali sono i criteri da seguire?
Un rateo attivo rappresenta un ricavo maturato ma non ancora incassato alla data di chiusura dell'esercizio. Questo può verificarsi, ad esempio, quando l'azienda ha fornito un servizio nel corso dell'anno ma il pagamento verrà effettuato nel periodo successivo. Nel bilancio, i ratei attivi vengono iscritti tra le attività nello stato patrimoniale e si riducono man mano che si realizza l’incasso del credito. La loro rilevazione contabile prevede l’apertura di una posta contabile di rateo attivo al momento della chiusura dell’esercizio e la sua successiva chiusura quando il ricavo viene incassato.
Un rateo passivo, invece, rappresenta un costo maturato ma non ancora pagato alla data di chiusura dell’esercizio. Questo accade, ad esempio, quando l’azienda ha usufruito di un servizio durante l'anno ma il pagamento verrà effettuato nel periodo successivo. I ratei passivi sono iscritti tra le passività nello stato patrimoniale e si riducono al momento del pagamento del debito. Anche in questo caso, la rilevazione contabile comporta l’apertura di una posta di rateo passivo e la sua successiva chiusura con il pagamento.
La normativa ratei e risconti impone di rilevare queste voci con estrema precisione, per evitare di distorcere la rappresentazione economica e finanziaria dell'impresa. Un mancato adeguamento alle scritture di assestamento potrebbe infatti comportare una falsa rappresentazione del bilancio, con ripercussioni sia interne, in termini di gestione aziendale, sia esterne, nei confronti di investitori e autorità di controllo.
RISCONTI: CLASSIFICAZIONE E TRATTAMENTO CONTABILE
La normativa ratei e risconti prevede anche la corretta gestione e classificazione dei risconti, suddivisi in risconti attivi e risconti passivi. Questi si riferiscono, rispettivamente, a costi o ricavi che sono stati già pagati o incassati, ma che devono essere imputati in esercizi futuri.
Un risconto attivo rappresenta un costo già sostenuto, ma che riguarda in realtà più periodi e non solo quello in cui il pagamento è avvenuto. Ad esempio, il pagamento anticipato di un canone di affitto annuale implica che parte di questo costo debba essere distribuito su più esercizi contabili. La normativa ratei e risconti richiede che solo la parte di costo effettivamente riferibile all’esercizio corrente venga contabilizzata, mentre il resto venga rinviato come risconto attivo. Questo tipo di risconto viene iscritto tra le attività nello stato patrimoniale e si riduce progressivamente man mano che il costo viene imputato agli esercizi successivi.
Un risconto passivo, invece, riguarda un ricavo già incassato, ma che si riferisce a più periodi futuri. Ad esempio, l’incasso anticipato di un canone per un servizio che verrà erogato su più anni implica che solo la parte riferibile all’esercizio corrente venga contabilizzata come ricavo, mentre il resto venga rinviato come risconto passivo. I risconti passivi vengono iscritti tra le passività dello stato patrimoniale e diminuiscono con il passare del tempo, man mano che il ricavo viene riconosciuto.
La corretta rilevazione dei risconti è un passaggio cruciale per rispettare i principi contabili previsti dalla normativa ratei e risconti. Ogni azienda deve prestare attenzione a registrare solo le quote di costi e ricavi effettivamente maturati nell’esercizio, evitando errori che potrebbero compromettere la veridicità del bilancio.
IMPLICAZIONI FISCALI E BILANCISTICHE
L’applicazione della normativa ratei e risconti non ha solo implicazioni contabili, ma anche fiscali e bilancistiche. In particolare, la corretta rilevazione di ratei e risconti è fondamentale per determinare la base imponibile fiscale, cioè l’ammontare su cui vengono calcolate le imposte dovute dall’impresa.
Dal punto di vista fiscale, la normativa ratei e risconti prevede che i costi e i ricavi vengano imputati secondo il principio della competenza temporale. Ciò significa che, anche se un pagamento o un incasso avviene in un esercizio diverso rispetto a quello in cui il costo o il ricavo si è effettivamente maturato, l’imputazione fiscale deve avvenire nell’esercizio di competenza.
Questo ha un impatto diretto sul calcolo dell’imponibile fiscale e, di conseguenza, sull’ammontare delle imposte dovute. Una scorretta rilevazione dei ratei e risconti potrebbe quindi comportare delle sanzioni da parte dell’amministrazione finanziaria, oltre a creare problemi di liquidità per l’impresa. È quindi essenziale che le aziende rispettino con precisione la normativa ratei e risconti, non solo per assicurare la correttezza del bilancio, ma anche per evitare problemi fiscali.
Dal punto di vista bilancistico, l’impatto della normativa ratei e risconti si riflette principalmente nella corretta rappresentazione delle attività e delle passività nel bilancio. In particolare, i ratei attivi e i risconti attivi vengono iscritti tra le attività correnti, mentre i ratei passivi e i risconti passivi vengono inseriti tra le passività correnti. Questo permette di fornire una visione veritiera e corretta della situazione finanziaria dell’impresa, in conformità con i principi contabili generalmente accettati.
CONCLUSIONI
In conclusione, la normativa ratei e risconti è un aspetto fondamentale della contabilità aziendale, poiché permette di rispettare il principio della competenza temporale e di rappresentare correttamente la situazione economica e patrimoniale dell’impresa. Attraverso una corretta rilevazione dei ratei e dei risconti, le aziende possono garantire che i costi e i ricavi siano imputati all’esercizio di competenza, indipendentemente dal momento in cui avviene il pagamento o l’incasso.
La normativa ratei e risconti ha implicazioni non solo contabili, ma anche fiscali e bilancistiche, rendendo essenziale una corretta applicazione di queste regole per evitare problemi con l’amministrazione finanziaria e garantire la veridicità del bilancio. Le aziende devono quindi prestare molta attenzione alla gestione dei ratei e dei risconti, in modo da assicurare una rappresentazione accurata delle loro attività economiche e finanziarie.

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L'Autore dell'Articolo
 
    
  
  
    Riccardo Allievi
Dottore Commercialista
Dopo la laurea nel 2003 all’Università Bocconi di Milano con il massimo dei voti, sceglie di intraprendere subito la strada della libera professione. Nel 2007 fonda assieme a suo fratello, socio e collega Massimiliano, lo Studio Allievi – Dottori Commercialisti con 5 sedi diverse: Abbiategrasso, Alessandria, Novara, Pavia e Vigevano. Ha creato il Corso di Contabilità più famoso e diffuso in Italia, tenuto in 93 sedi diverse da un team di 46 Dottori Commercialisti.
 
    
  
 
  
     
    
    
  
