Ratei Calcolo: approfondiamo insieme cosa sono e come funzionano!
Oct 01, 2025RATEI CALCOLO: GUIDA COMPLETA ALLA RILEVAZIONE CONTABILE
Nel contesto della contabilità d’impresa, la rilevazione corretta dei costi e dei ricavi rappresenta un principio fondamentale per una rappresentazione veritiera e corretta della situazione economica e patrimoniale. In tale ambito, i ratei rappresentano uno strumento indispensabile per il rispetto del principio della competenza economica. Quando si parla di ratei calcolo, ci si riferisce alla determinazione di quei componenti di reddito, positivi o negativi, che hanno la caratteristica di essere di competenza dell’esercizio in corso, pur non essendo ancora stati materialmente rilevati in contabilità tramite documenti o pagamenti. Tale distinzione è fondamentale per garantire che i bilanci annuali riflettano fedelmente l’andamento della gestione.
I ratei possono essere attivi o passivi. I ratei attivi rappresentano quote di ricavi di competenza dell’esercizio in corso, ma che saranno incassati in esercizi successivi. I ratei passivi, al contrario, sono quote di costi maturati nell’esercizio, ma che saranno pagati in esercizi futuri. Il ratei calcolo avviene quindi in base alla durata del periodo di competenza e alla proporzione temporale dell’evento economico cui si riferisce.
Dal punto di vista contabile, i ratei sono classificati tra le attività e passività correnti nello stato patrimoniale, rispettivamente nei crediti e nei debiti a breve termine. Il loro impatto si riflette anche nel conto economico, attraverso il riconoscimento di costi o ricavi di competenza dell’esercizio, anche se non ancora manifestatisi finanziariamente. L’adozione di criteri coerenti per la determinazione dei ratei risponde ai principi contabili nazionali OIC, in particolare l’OIC 18, che disciplina i ratei e risconti, e agli IAS/IFRS per le imprese che redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali.
L’utilizzo dei ratei calcolo presuppone una corretta conoscenza dei contratti e degli accordi economici stipulati dall’impresa. Solo una precisa lettura delle clausole contrattuali consente infatti di individuare con esattezza i periodi di competenza economica dei costi o ricavi da rilevare. Questo aspetto si rivela particolarmente importante nei casi in cui i flussi finanziari non coincidano con l’effettivo maturare dell’evento economico, come accade frequentemente in presenza di interessi passivi o attivi, canoni, ratei su stipendi o consulenze.
La registrazione contabile dei ratei avviene al termine dell’esercizio, in sede di scritture di assestamento. È necessario quindi calcolare l’importo maturato fino a quella data e procedere con le opportune scritture, le quali saranno poi stornate all’inizio dell’esercizio successivo. In particolare, per i ratei passivi si addebita il conto economico interessato (es. interessi passivi) e si accredita il conto patrimoniale “ratei passivi”. Per i ratei attivi il meccanismo è opposto.
L’applicazione del principio della competenza economica attraverso il ratei calcolo garantisce non solo l’affidabilità del bilancio, ma anche una maggiore coerenza nella valutazione delle performance aziendali. Ignorare o applicare in modo scorretto tali elementi comporta il rischio di alterare l’utile d’esercizio, con potenziali implicazioni anche in termini fiscali e nella comunicazione finanziaria verso stakeholders, investitori e istituzioni.
Dal punto di vista fiscale, è importante ricordare che, per le imprese che adottano il principio di competenza economica nella determinazione del reddito d’impresa, i ratei contribuiscono alla formazione della base imponibile. Di conseguenza, un errore nel ratei calcolo può determinare un’imposta non corretta, con possibili sanzioni in caso di accertamenti. Anche per i soggetti in regime di contabilità semplificata che optano per il criterio della registrazione, l’uso dei ratei può essere previsto, anche se con maggiore attenzione alle implicazioni legate al momento di rilevazione.
Inoltre, i sistemi ERP e i software contabili moderni prevedono moduli specifici per la gestione dei ratei, consentendo un’automazione del processo di rilevazione e aggiornamento. Tuttavia, resta fondamentale la supervisione da parte del responsabile amministrativo o del commercialista, per garantire la coerenza con i principi contabili e l’aderenza alle normative fiscali.
Nel bilancio d’esercizio, i ratei sono distinti in voci autonome dello stato patrimoniale, proprio per evidenziarne la natura di poste rettificative, temporanee e reversibili. Questo aspetto rafforza la trasparenza dell’informativa finanziaria e consente agli analisti di distinguere tra flussi di cassa effettivi e componenti meramente contabili. La presenza significativa di ratei può anche suggerire criticità nella tempistica di incasso o pagamento, richiedendo un’analisi più approfondita da parte della direzione.
In conclusione, il ratei calcolo rappresenta un’attività di fondamentale importanza nella redazione del bilancio d’esercizio. La sua corretta applicazione consente di rispettare i principi contabili, garantire la veridicità del risultato economico e adempiere correttamente agli obblighi fiscali. Non si tratta dunque di una semplice scrittura di fine anno, ma di un processo che richiede attenzione, competenza e coordinamento tra l’area amministrativa e quella gestionale dell’impresa.
RATEI CALCOLO: METODOLOGIE E TECNICHE
Il concetto di ratei calcolo assume una rilevanza cruciale nella redazione del bilancio d'esercizio e nella corretta rappresentazione economico-finanziaria della gestione aziendale. I ratei sono componenti di reddito di competenza economica dell'esercizio in corso ma che troveranno manifestazione numeraria nell'esercizio successivo. A differenza dei risconti, che posticipano il riconoscimento di un costo o di un ricavo già sostenuto o incassato, i ratei anticipano il riconoscimento di costi o ricavi futuri, sebbene siano di competenza dell'esercizio in chiusura. Per garantire l’osservanza del principio di competenza economica, l’identificazione, la classificazione e la misurazione dei ratei richiedono un’attenta applicazione di metodologie contabili e tecniche di calcolo consolidate.
Nell’ambito della contabilità generale, i ratei si distinguono in ratei attivi e ratei passivi. I ratei calcolo attivi si riferiscono a ricavi di competenza dell’esercizio ma che saranno incassati nell’esercizio successivo, mentre i ratei passivi rappresentano costi di competenza dell’esercizio che saranno pagati in futuro. Per esempio, gli interessi attivi maturati su un titolo obbligazionario o i canoni di locazione passivi relativi a una parte del periodo di affitto non ancora saldata. La corretta rilevazione contabile di queste componenti implica la predisposizione di scritture di rettifica che, alla chiusura dell’esercizio, andranno a incrementare o ridurre rispettivamente i proventi o gli oneri dell’esercizio.
Le metodologie più comunemente adottate per il ratei calcolo prevedono la suddivisione temporale del costo o del ricavo totale in proporzione al tempo maturato nel periodo di competenza. In termini tecnici, si determina il valore del rateo moltiplicando l’importo complessivo per la frazione temporale che cade all’interno dell’esercizio. Tale frazione può essere espressa in giorni, mesi o trimestri, a seconda della granularità necessaria. La precisione del calcolo è essenziale per garantire che il bilancio rappresenti in modo veritiero e corretto la situazione economica e patrimoniale dell’azienda, evitando distorsioni nei risultati di periodo.
È fondamentale osservare che i ratei calcolo devono rispettare anche i criteri di significatività e rilevanza, così come indicato dai principi contabili nazionali (OIC 18) e internazionali (IAS 1 e IAS 10). Ciò implica che non tutti i ratei devono essere rilevati obbligatoriamente se non determinano effetti materiali sulla rappresentazione del bilancio. La soglia di significatività può essere definita a livello aziendale e, generalmente, fa riferimento a un valore percentuale rispetto a voci aggregate del bilancio. Inoltre, l’iscrizione dei ratei deve basarsi su dati certi o ragionevolmente stimabili: non è sufficiente la mera aspettativa che un costo o un ricavo si manifesti, ma è necessaria una ragionevole certezza dell’evento economico.
Dal punto di vista tecnico, l’importo dei ratei si calcola con formule di proporzionalità lineare. Si parte dalla durata totale del contratto o del rapporto che genera il costo o il ricavo, per poi identificare la parte di tale periodo che cade entro l’esercizio in chiusura. Il ratei calcolo si basa quindi sull’applicazione della proporzione: (Importo Totale / Durata Totale) x Periodo di competenza. Ad esempio, in un contratto di locazione annuale da 12.000 euro, se alla chiusura dell’esercizio mancano due mesi di affitto da godere ma già maturati, si iscriverà un rateo attivo pari a 2.000 euro, calcolato come 12.000 / 12 x 2. Un approccio simile vale anche per i ratei passivi, con la differenza che il conto interessato sarà un onere anziché un provento.
Oltre al calcolo matematico, vi è un importante aspetto documentale legato al ratei calcolo. Le aziende devono disporre di documentazione idonea a giustificare l’iscrizione in bilancio dei ratei, tra cui contratti, fatture, lettere di conferma, estratti conto bancari, o qualsiasi elemento probatorio che attesti l’esistenza e l’esigibilità futura del ricavo o del costo. La mancanza di adeguata documentazione potrebbe comportare la non deducibilità fiscale dei costi o la contestazione dei ricavi iscritti, con potenziali riflessi negativi in caso di verifica da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
In aggiunta, il ratei calcolo deve tenere conto della coerenza e continuità nelle politiche contabili adottate. Le scelte compiute in un esercizio devono essere mantenute nel tempo, salvo modifiche giustificate da nuove condizioni economiche o normative. Un’applicazione incoerente delle regole di contabilizzazione dei ratei comprometterebbe la comparabilità dei bilanci tra diversi esercizi, riducendo la qualità dell’informativa fornita agli stakeholder.
Infine, va sottolineato che le metodologie di ratei calcolo possono variare leggermente tra contabilità civilistica e fiscale. Mentre la contabilità civilistica si focalizza sulla corretta imputazione temporale ai fini della rappresentazione veritiera e corretta del bilancio, la normativa fiscale può prevedere criteri leggermente diversi, in particolare ai fini della deducibilità dei costi o della tassazione dei ricavi. Pertanto, è essenziale che le imprese considerino entrambe le dimensioni – civilistica e fiscale – nell’applicazione delle tecniche di calcolo dei ratei, per assicurare sia la compliance contabile sia quella tributaria.
RATEI CALCOLO: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE E RILEVANZA CONTABILE
Nel contesto della contabilità economico-patrimoniale, i ratei calcolo rappresentano una componente essenziale per la corretta attribuzione dei costi e dei ricavi all’esercizio di competenza, anche quando la manifestazione finanziaria si realizza in un periodo successivo. L’identificazione e la classificazione dei ratei presuppone un’attenta analisi delle operazioni in essere alla data di chiusura dell’esercizio e richiede l’applicazione coerente dei principi contabili generali e nazionali. La classificazione tra ratei attivi e passivi si fonda sulla natura economica dell’operazione: i primi rappresentano quote di ricavi di competenza dell’esercizio che si manifesteranno finanziariamente nell’esercizio successivo; i secondi, invece, si riferiscono a costi di competenza dell’esercizio corrente che daranno luogo a uscite future.
La logica che presiede alla rilevazione dei ratei calcolo si fonda sul principio della competenza economica, che impone la rilevazione dei componenti di reddito nel momento in cui essi maturano, indipendentemente dalla loro manifestazione finanziaria. Questo principio, consolidato dall’OIC 18 e dai criteri delineati dal Codice Civile, trova applicazione specifica nella determinazione dei ratei attivi e passivi a fine esercizio. Il processo di individuazione comporta l’analisi dei contratti in essere, l’identificazione del periodo di maturazione del provento o dell’onere e il calcolo proporzionale della quota parte di competenza dell’esercizio. È importante sottolineare che i ratei non devono essere confusi con i risconti, poiché questi ultimi rappresentano manifestazioni finanziarie già avvenute, mentre i ratei si riferiscono a eventi futuri con maturazione già avvenuta in parte.
Dal punto di vista della rappresentazione in bilancio, i ratei calcolo devono essere iscritti tra le attività o le passività correnti, rispettivamente se attivi o passivi. Il bilancio deve fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa, e i ratei concorrono a tale obiettivo mediante l’inclusione dei proventi e oneri di competenza che altrimenti verrebbero erroneamente attribuiti all’esercizio successivo. La corretta rilevazione di queste poste garantisce anche la coerenza informativa tra conto economico e stato patrimoniale, migliorando la leggibilità e la trasparenza dei documenti contabili.
Un elemento rilevante nella classificazione dei ratei calcolo è la durata dell’operazione sottostante. I ratei devono riferirsi a una frazione di tempo ben determinata e devono essere calcolati solo se il periodo temporale di riferimento include la data di chiusura dell’esercizio. Per esempio, un interesse passivo maturato su un prestito il cui pagamento avviene semestralmente ma che matura giornalmente, dovrà essere rilevato come rateo passivo in proporzione alla quota parte maturata fino al 31 dicembre. Analogamente, un canone attivo di locazione la cui fattura sarà emessa nel nuovo esercizio ma che copre un periodo a cavallo tra due esercizi, genera un rateo attivo per la parte maturata nell’esercizio in chiusura.
Dal punto di vista fiscale, la rilevazione dei ratei calcolo può comportare implicazioni dirette sul reddito imponibile dell’impresa. Infatti, la competenza economica riconosciuta dalla normativa civilistica può essere soggetta a differenti criteri in ambito fiscale, specialmente in relazione alla deducibilità dei costi e alla tassazione dei ricavi. Tuttavia, la prassi e l’interpretazione normativa si sono generalmente orientate nel riconoscere la rilevanza dei ratei anche in ambito fiscale, sebbene con alcune eccezioni legate alla certezza e oggettiva determinabilità dei valori. È quindi opportuno mantenere una corretta documentazione delle operazioni sottostanti e dei criteri utilizzati per il calcolo e l’iscrizione in bilancio dei ratei, anche ai fini di eventuali controlli.
Un ulteriore aspetto da considerare nella gestione dei ratei calcolo riguarda la loro movimentazione nei periodi successivi. I ratei iscritti in un esercizio devono essere stornati all’apertura dell’esercizio successivo, al fine di evitare una duplicazione dell’effetto economico nel nuovo periodo. Lo storno comporta la registrazione in senso opposto rispetto alla rilevazione originaria, azzerando così l’effetto patrimoniale e consentendo l’iscrizione del componente economico nella sua interezza alla scadenza contrattuale o alla manifestazione finanziaria. Questa prassi garantisce la coerenza e la ciclicità delle scritture contabili, mantenendo l’integrità dei dati economici rappresentati nei bilanci annuali.
Infine, nella redazione della nota integrativa, è richiesto che l’impresa fornisca informazioni relative ai ratei calcolo, in particolare qualora rivestano una rilevanza significativa rispetto al totale delle attività e passività. Le informazioni richieste includono la descrizione della natura delle poste, i criteri adottati per la loro determinazione e la loro incidenza sul risultato d’esercizio. Questo obbligo informativo contribuisce ad accrescere la trasparenza nei confronti degli stakeholder e ad agevolare l’analisi critica del bilancio da parte di analisti, investitori e creditori. La presenza di ratei significativi può inoltre evidenziare politiche gestionali particolarmente attente alla corretta imputazione temporale dei ricavi e dei costi, indicando una maggiore consapevolezza nella gestione contabile.
RATEI CALCOLO: ESEMPI PRATICI DI RILEVAZIONE CONTABILE
Per comprendere l’effettiva applicazione dei ratei calcolo, è utile analizzare alcuni esempi pratici che mostrano come si proceda alla loro determinazione e contabilizzazione.
1. Rateo passivo su interessi di mutuo: Supponiamo che un’impresa abbia contratto un mutuo con interessi semestrali posticipati pari a 12.000 euro, pagabili il 30 giugno e il 31 dicembre. Alla data di chiusura dell’esercizio, il 31 dicembre, è maturata la seconda rata di interessi. Se l’impresa redige il bilancio il 31 dicembre ma il pagamento avverrà nei primi giorni di gennaio, essa dovrà rilevare un rateo passivo per l’importo degli interessi maturati, pari a 6.000 euro. La scrittura sarà:
Interessi passivi a Ratei passivi  6.000 euroIn questo modo, l’onere viene correttamente imputato all’esercizio in cui è maturato, pur essendo pagato successivamente.
2. Rateo attivo per affitto da incassare: Un’azienda ha concesso in affitto un locale per un importo annuo di 24.000 euro, con fatturazione anticipata trimestrale. L’ultima fattura emessa copre il periodo ottobre-dicembre. Tuttavia, parte del canone relativo a dicembre è maturata ma non ancora incassata alla chiusura del bilancio. In tal caso, si iscriverà un rateo attivo pari a 2.000 euro:
Ratei attivi a Fitti attivi  2.000 euroQuesto consente di riconoscere nel bilancio il provento di competenza, anche se il pagamento avverrà l’anno successivo.
3. Rateo passivo su consulenze professionali: Un’impresa riceve una prestazione professionale nel mese di dicembre, il cui pagamento e relativa fattura avverranno a gennaio dell’anno successivo. Il valore della prestazione è noto (ad esempio, 3.000 euro). Per rispettare il principio di competenza economica, l’azienda iscriverà un rateo passivo di pari importo:
Spese per consulenze a Ratei passivi  3.000 euro4. Rateo attivo su interessi attivi maturati: Un’azienda detiene un titolo obbligazionario che prevede interessi annuali di 10.000 euro, pagabili il 30 giugno dell’anno successivo. Alla chiusura dell’esercizio, il 31 dicembre, sono maturati sei mesi di interessi. È quindi necessario iscrivere un rateo attivo pari a 5.000 euro:
Ratei attivi a Interessi attivi  5.000 euroQuesti esempi dimostrano come i ratei calcolo siano strumenti contabili fondamentali per garantire l’accurata rappresentazione dei fatti di gestione secondo il principio di competenza. La loro corretta rilevazione influisce direttamente sulla determinazione del risultato d’esercizio e sulla rappresentazione della posizione patrimoniale e finanziaria dell’impresa.

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