Ratei Cosa Sono: approfondiamo insieme cosa sono e il loro ruolo!
Aug 13, 2025RATEI COSA SONO: SIGNIFICATO E FUNZIONE
Nel contesto della contabilità d’impresa, comprendere ratei cosa sono rappresenta un passaggio imprescindibile per chiunque voglia padroneggiare il linguaggio tecnico del bilancio d’esercizio. I ratei costituiscono una particolare categoria di scritture contabili, dette scritture di integrazione, e sono finalizzate ad attribuire correttamente ricavi e costi ai periodi amministrativi di competenza, indipendentemente dal momento in cui si manifesta la relativa entrata o uscita monetaria. In altre parole, i ratei permettono di superare i limiti di una contabilità puramente finanziaria, in cui si registra solo ciò che è stato effettivamente incassato o pagato, per approdare a una rappresentazione più veritiera dell’attività economica dell’impresa.
Il principio di competenza economica, sancito dal Codice Civile e dai principi contabili nazionali (OIC) e internazionali (IAS/IFRS), impone che ricavi e costi siano imputati all’esercizio in cui maturano, e non a quello in cui si verificano i relativi flussi finanziari. Ecco quindi ratei cosa sono: strumenti contabili attraverso cui si attribuiscono al bilancio quote di costi o ricavi che, pur non essendo ancora stati pagati o incassati, riguardano un esercizio già concluso. La loro funzione è fondamentale per la determinazione corretta del reddito d’esercizio e per la rappresentazione fedele della situazione patrimoniale e finanziaria della società. L’iscrizione dei ratei, pertanto, consente di evitare che vengano esclusi dal bilancio valori economici che non si sono ancora tradotti in flussi di cassa, ma che sono già maturati.
Un altro aspetto rilevante riguarda il momento in cui queste scritture vengono effettuate. I ratei si registrano solitamente al termine del periodo amministrativo, in occasione delle operazioni di chiusura dell’esercizio, come parte delle scritture di assestamento. La contabilità generale, durante l’anno, rileva le operazioni connesse alla gestione esterna che comportano scambi monetari. Tuttavia, affinché il bilancio rifletta correttamente il risultato economico di periodo, è necessario integrare questi valori con i ratei. In tal senso, i ratei si configurano come veri e propri strumenti di rettifica e completamento dell’informazione contabile.
I ratei cosa sono quindi? Sono valori stimati, certi nell’esistenza ma non ancora nella manifestazione monetaria. Questa natura congetturale implica un’attenta analisi da parte del redattore del bilancio, il quale deve valutare la natura del costo o del ricavo, la durata dell’operazione e il periodo di competenza economica. Non si tratta di una semplice stima generica, ma di una ripartizione logica e sistematica di un valore noto su più esercizi contabili. Il loro utilizzo è anche un indice della qualità e della diligenza del processo contabile, poiché richiede precisione nella rilevazione temporale delle componenti reddituali.
Il principio di prudenza, che guida la redazione del bilancio, si affianca al principio di competenza nell’indicare la necessità di iscrivere in bilancio tutti i costi di competenza anche se non ancora manifestatisi monetariamente, e di rilevare solo i ricavi già maturati con ragionevole certezza. Da questo punto di vista, i ratei sono perfettamente coerenti con entrambi i principi: consentono di registrare ricavi e costi nel periodo corretto, evitando la sovrastima o sottostima dell’utile d’esercizio.
Infine, la funzione conoscitiva del bilancio trova nei ratei un supporto essenziale. L’utente del bilancio, sia esso un investitore, un analista, un fornitore o un istituto finanziario, ha bisogno di dati che riflettano l’effettiva attività economica dell’impresa. Senza i ratei, il bilancio sarebbe privo di una parte significativa dell’informazione economica, compromettendo la sua utilità per l’analisi e la comparazione nel tempo. L’informazione contabile risulterebbe distorta, poiché legata esclusivamente alla manifestazione finanziaria dei fatti di gestione, ignorando la sostanza economica delle operazioni già avvenute.
RATEI ATTIVI E PASSIVI: CLASSIFICAZIONE, IMPATTO SUL BILANCIO E PRINCIPI DI RIFERIMENTO
Affrontare nel dettaglio ratei cosa sono implica esaminare la distinzione tra le due principali categorie: ratei attivi e ratei passivi. Entrambe rispondono alla logica della contabilità per competenza, ma si differenziano per la natura dell’elemento economico che rappresentano e per la loro collocazione nel bilancio d’esercizio. I ratei attivi sono quote di ricavi già maturati, di competenza dell’esercizio in chiusura, ma che saranno incassati in un esercizio successivo. I ratei passivi, invece, rappresentano quote di costi già maturati, anch’essi di competenza dell’esercizio in chiusura, ma che saranno pagati in un esercizio futuro.
I ratei attivi si iscrivono tra le attività dello Stato Patrimoniale e rappresentano un credito dell’impresa verso terzi. La loro contropartita è un componente positivo di reddito nel Conto Economico, ovvero un ricavo. La rilevazione dei ratei attivi presuppone che l’impresa abbia già fornito un bene o un servizio, e che il corrispettivo sia certo ma non ancora esigibile. Un esempio tipico è rappresentato dagli interessi attivi maturati su un prestito concesso a terzi, con pagamento posticipato. Se parte degli interessi riguarda l’esercizio in chiusura, allora tale quota va rilevata come rateo attivo, a prescindere dal fatto che l’incasso avvenga nel periodo successivo.
I ratei passivi, invece, trovano collocazione nel passivo dello Stato Patrimoniale e rappresentano un debito dell’impresa verso terzi. La contropartita è un componente negativo di reddito, ovvero un costo, nel Conto Economico. Anche in questo caso, si tratta di una prestazione già ricevuta dall’impresa, ma non ancora pagata. Un caso frequente è quello dell’affitto passivo dovuto per un immobile utilizzato nel corso dell’esercizio, ma saldato in un momento successivo. Se la prestazione è riferibile anche solo in parte all’esercizio in chiusura, la quota relativa va rilevata come rateo passivo.
Questa distinzione non è solo terminologica, ma incide profondamente sulla rappresentazione del reddito e della situazione patrimoniale dell’impresa. Iscrivere correttamente i ratei consente di evitare disallineamenti temporali tra i costi/ricavi e i relativi benefici economici. Senza una corretta applicazione del principio di competenza, si rischierebbe di attribuire utili o perdite in modo arbitrario, falsando la performance aziendale. La finalità è quella di consentire una visione più veritiera del valore prodotto dall’impresa nel corso dell’anno, anche se parte di quel valore non si è ancora tradotto in flussi finanziari.
La rilevazione dei ratei deve avvenire secondo criteri oggettivi e sistematici, in modo da garantire uniformità e confrontabilità tra i bilanci. Il principio della costanza dei criteri di valutazione, previsto dal Codice Civile, impone che i metodi adottati per determinare i ratei siano mantenuti nel tempo, salvo modifiche motivate. Questo assicura che i dati contabili siano confrontabili da un esercizio all’altro e che non si creino alterazioni nella rappresentazione dei risultati economici.
Inoltre, la presenza dei ratei nel bilancio è un requisito di conformità con i principi contabili nazionali e internazionali. L’OIC 18, relativo ai ratei e risconti, stabilisce i criteri per la loro rilevazione, classificazione e valutazione. Le norme internazionali IAS/IFRS, pur presentando un’impostazione differente, riconoscono anch’esse l’importanza di registrare proventi e oneri di competenza in modo da riflettere la sostanza economica delle operazioni. Questo rende la corretta gestione dei ratei un requisito fondamentale anche per le imprese che redigono il bilancio in conformità agli standard internazionali.
La contabilizzazione dei ratei ha effetti diretti sia sul reddito d’esercizio che sulla situazione patrimoniale. Da un lato, migliora la precisione della determinazione del risultato economico, attribuendo correttamente i costi e i ricavi al periodo di competenza. Dall’altro, consente una più fedele rappresentazione dei crediti e dei debiti esistenti alla data di chiusura dell’esercizio. In tal senso, i ratei cosa sono non solo strumenti contabili, ma veri e propri indicatori della qualità dell’informativa finanziaria. La loro rilevazione e gestione costituisce un aspetto centrale per l’attendibilità e la trasparenza del bilancio d’esercizio, con ricadute importanti sulle decisioni di stakeholder interni ed esterni.
ESEMPI PRATICI DI RATEI ATTIVI E PASSIVI: APPLICAZIONE E SCRITTURE CONTABILI
Per comprendere pienamente ratei cosa sono, è essenziale analizzare nel dettaglio alcune situazioni concrete che mostrino come questi strumenti vengano applicati nel processo di redazione del bilancio. Gli esempi pratici costituiscono un mezzo insostituibile per chiarire la logica sottesa alla rilevazione dei ratei, in quanto consentono di osservare il comportamento dei conti in circostanze reali e dimostrano come vengano rispettati i principi di competenza e prudenza nella contabilità d’esercizio. In questa sezione saranno illustrate due tipologie di casi: uno relativo ai ratei passivi e uno ai ratei attivi, seguiti dalle scritture contabili connesse e dalle considerazioni economico-finanziarie che ne derivano.
Iniziamo con il caso di un rateo passivo. Supponiamo che la società Gamma S.p.A. stipuli un contratto di locazione per un magazzino il 1° novembre dell’anno X, con un canone annuo pari a 24.000 euro, pagabile in via posticipata alla fine di ciascun anno. Ciò significa che il pagamento avverrà interamente al 31 ottobre dell’anno X+1. Tuttavia, al 31 dicembre dell’anno X, la società ha già beneficiato dell’uso del magazzino per due mesi, ovvero novembre e dicembre. In base al principio di competenza, il costo relativo a questi due mesi deve essere riconosciuto nell’esercizio X, anche se non vi è ancora stata una manifestazione monetaria. Calcolando la quota di costo mensile (24.000 euro / 12 mesi), otteniamo 2.000 euro al mese. Il costo complessivo da rilevare come rateo passivo ammonta quindi a 4.000 euro.
La scrittura contabile che la società Gamma S.p.A. dovrà effettuare al 31 dicembre dell’anno X sarà la seguente: in Dare del conto economico, verrà registrato il costo per affitti passivi per 4.000 euro, mentre in Avere dello Stato Patrimoniale, sezione passivo, si iscriverà il conto "Ratei passivi" per il medesimo importo. Questa operazione consente di rappresentare correttamente il costo sostenuto nell’esercizio X, evitando che venga erroneamente imputato per intero all’esercizio X+1. In questo modo, il risultato economico dell’esercizio in chiusura riflette la reale fruizione del bene locato, indipendentemente dalla tempistica del pagamento.
Al momento del pagamento complessivo dell’affitto nell’anno X+1, la società dovrà procedere con lo storno del rateo già rilevato. La scrittura sarà: in Dare dei "Ratei passivi" per 4.000 euro, in contropartita con il conto "Affitti passivi" in Avere. Il restante costo per i mesi da gennaio a ottobre dell’anno X+1 (20.000 euro) verrà imputato normalmente come costo dell’esercizio successivo. In tal modo, ogni esercizio incorpora soltanto la quota parte di costo a esso effettivamente attribuibile, in aderenza al principio di competenza.
Passiamo ora all’analisi di un rateo attivo. Si consideri che la società Delta S.p.A. abbia concesso un prestito a un’altra impresa il 1° ottobre dell’anno X, per un importo di 200.000 euro, con un tasso di interesse annuo del 6% e pagamento degli interessi previsto in unica soluzione al 31 marzo dell’anno X+1. Alla data di chiusura del bilancio, il 31 dicembre dell’anno X, sono maturati tre mesi di interessi: ottobre, novembre e dicembre. Il calcolo degli interessi maturati è il seguente: 200.000 euro x 6% x 3/12 = 3.000 euro. Sebbene l’incasso avverrà successivamente, è necessario rilevare tali interessi nel conto economico dell’esercizio X, trattandosi di ricavi già maturati.
La scrittura contabile di chiusura per la società Delta S.p.A. sarà quindi: in Dare dello Stato Patrimoniale, sezione attivo, si iscrive il conto "Ratei attivi" per 3.000 euro, e in Avere del Conto Economico si rileva il ricavo in "Interessi attivi" per lo stesso importo. Anche in questo caso, la rilevazione ha l’effetto di evidenziare in bilancio il credito maturato e, contestualmente, il ricavo economico dell’esercizio X. In assenza di tale registrazione, il risultato economico apparirebbe sottostimato, poiché non terrebbe conto di un ricavo effettivamente maturato, sebbene non ancora incassato.
Quando il 31 marzo dell’anno X+1 la società incasserà l’interesse di sei mesi (dal 1° ottobre al 31 marzo), per un totale di 6.000 euro, dovrà riprendere il rateo attivo precedentemente rilevato. La scrittura di storno sarà la seguente: in Dare del conto "Interessi attivi" per 3.000 euro e in Avere del conto "Ratei attivi" per 3.000 euro. La parte restante, pari a 3.000 euro (relativa ai tre mesi di competenza dell’anno X+1), verrà rilevata direttamente come ricavo dell’esercizio successivo. Questo meccanismo consente di imputare correttamente al bilancio di ciascun esercizio solo la parte di interesse realmente maturata in quel periodo.
Questi esempi illustrano con chiarezza ratei cosa sono, mettendo in evidenza il ruolo cruciale che essi svolgono nel garantire l’accuratezza delle informazioni contabili. I ratei consentono una corretta correlazione tra i flussi economici e i periodi di riferimento, assicurando che il bilancio rifletta con precisione l’attività economica dell’impresa. Essi rappresentano una forma di stima basata su elementi oggettivi e misurabili, che richiede valutazioni prudenti ma rigorose. L’adozione sistematica dei ratei, unitamente all’applicazione coerente dei principi contabili, contribuisce a rafforzare la trasparenza e l’affidabilità del bilancio.
Nel complesso, l’uso dei ratei come scritture di integrazione costituisce una delle principali espressioni della contabilità per competenza, una metodologia contabile che mira a rappresentare in modo fedele la performance economica dell’impresa. Senza l’inserimento di queste scritture, il bilancio risulterebbe incompleto e incapace di restituire un quadro veritiero dell’attività aziendale, pregiudicando la possibilità di analisi, valutazione e pianificazione da parte di tutti gli stakeholder coinvolti.
L’IMPORTANZA DEI RATEI PER LA TRASPARENZA, LA CONFORMITÀ E LA REVISIONE CONTABILE
Comprendere fino in fondo ratei cosa sono implica anche considerare il loro ruolo cruciale nella conformità normativa, nella trasparenza informativa e nella revisione contabile. I ratei, infatti, non sono semplicemente scritture tecniche interne alla contabilità, ma strumenti che contribuiscono in modo determinante alla qualità complessiva del bilancio. Il loro impatto va ben oltre la semplice imputazione temporale dei ricavi e dei costi: essi costituiscono un presidio di correttezza, affidabilità e rappresentazione veritiera delle performance aziendali. In questo quadro, assumono un valore strategico nella comunicazione economico-finanziaria dell’impresa verso tutti gli stakeholder.
L’inclusione dei ratei nel bilancio d’esercizio è una condizione imprescindibile per rispettare i principi fondamentali della contabilità sanciti dal Codice Civile e dai principi contabili OIC, nonché dagli standard internazionali IAS/IFRS. In particolare, la loro rilevazione è strettamente connessa al principio della competenza economica, che impone di registrare i proventi e gli oneri nel periodo in cui si manifestano economicamente, a prescindere dal momento della loro liquidazione monetaria. Inoltre, il principio di prudenza suggerisce di non sopravvalutare le attività né sottovalutare le passività, portando quindi alla necessità di iscrivere correttamente i ratei passivi anche in presenza di incertezze relative alla tempistica dei pagamenti.
Nel processo di redazione del bilancio, la corretta identificazione, quantificazione e rilevazione dei ratei richiede una valutazione attenta e documentata. Le imprese devono dimostrare che i criteri adottati per la determinazione dei ratei siano coerenti con la natura economica delle operazioni e che siano applicati in maniera sistematica. La trasparenza dei criteri utilizzati è altresì fondamentale per consentire a terzi, quali revisori, investitori e creditori, di comprendere l’impatto di tali scritture sulla situazione patrimoniale e sul risultato economico.
Un elemento spesso trascurato, ma di estrema rilevanza, è il ruolo dei ratei nell’attività di revisione legale dei conti. I revisori sono tenuti a verificare che le scritture di assestamento, inclusi i ratei, siano effettuate in conformità ai principi contabili applicabili e che le stime contabili siano ragionevoli. In particolare, la revisione si concentra sulla correttezza del processo di stima, sulla documentazione a supporto delle decisioni contabili e sulla coerenza tra gli esercizi. Errori o omissioni nella rilevazione dei ratei possono essere fonte di rilievi significativi e compromettere la validità del giudizio sul bilancio.
Dal punto di vista operativo, è necessario che l’impresa adotti procedure strutturate per identificare tempestivamente le operazioni che richiedono l’iscrizione di un rateo. Questo implica un monitoraggio costante delle scadenze contrattuali, dei flussi ricorrenti, delle condizioni di pagamento e delle dinamiche operative. Solo attraverso un sistema contabile ben organizzato e una supervisione adeguata è possibile garantire la corretta rilevazione dei ratei. L’assenza di tali controlli può comportare errori significativi nella determinazione del risultato di esercizio, con conseguenti rischi in termini di governance, affidabilità del reporting e adempimenti fiscali.
Anche la fiscalità risente dell’esistenza dei ratei. Sebbene il bilancio civilistico e il reddito fiscale possano seguire logiche differenti, la corretta rappresentazione economica delle operazioni attraverso i ratei è spesso il punto di partenza per la determinazione delle imposte. L’Agenzia delle Entrate, infatti, riconosce la competenza economica come criterio fondamentale per l’imputazione temporale dei componenti reddituali, sia positivi che negativi. Pertanto, un bilancio che omette i ratei o li rileva in modo non conforme può generare differenze temporanee significative, con impatti sulle dichiarazioni fiscali e possibili contestazioni in sede di accertamento.
La funzione dei ratei si estende anche alla dimensione strategica del controllo di gestione. Attraverso una corretta imputazione temporale dei costi e dei ricavi, l’analisi per competenza consente di valutare con maggiore precisione la redditività di periodi specifici, l’efficacia di determinati investimenti e l’andamento economico delle diverse aree aziendali. In tal senso, i ratei cosa sono non solo elementi tecnici del bilancio, ma strumenti che contribuiscono all’elaborazione di analisi gestionali fondate su dati realistici e coerenti. La contabilità per competenza, di cui i ratei sono espressione, fornisce una base informativa essenziale per le decisioni di medio-lungo termine.
Un bilancio che incorpora correttamente i ratei è un bilancio che racconta l’attività dell’impresa in modo trasparente. Questo favorisce la fiducia del mercato, la credibilità nei confronti degli investitori e il dialogo costruttivo con il sistema bancario. L’accuratezza informativa che deriva da una buona gestione dei ratei è particolarmente apprezzata in contesti in cui la valutazione del merito creditizio o l’accesso a finanziamenti dipendono dalla solidità delle informazioni economico-finanziarie fornite.
Va sottolineato che la mancata rilevazione dei ratei può portare a rappresentazioni fuorvianti. Un utile d’esercizio sovrastimato per mancata rilevazione di costi di competenza, oppure sottostimato per mancata iscrizione di ricavi maturati, può compromettere la corretta lettura della performance aziendale. Le decisioni gestionali e strategiche che ne derivano rischiano di basarsi su dati non corretti, compromettendo la coerenza e l’efficacia della pianificazione aziendale. Anche le comunicazioni agli stakeholder rischiano di risultare non allineate con la realtà economica dell’impresa.
Infine, occorre evidenziare come la presenza dei ratei nel bilancio non sia una facoltà, ma una necessità imposta dalle regole del buon governo contabile. La loro iscrizione non è un’opzione accessoria, ma un obbligo per qualunque impresa che intenda redigere un bilancio conforme alla normativa e utile ai fini decisionali. I ratei cosa sono, dunque, lo si comprende appieno solo considerando le molteplici funzioni che svolgono: adeguamento temporale dei valori economici, strumento di veridicità e prudenza, presidio di conformità e base per una comunicazione trasparente e affidabile.
Concludendo, i ratei rappresentano un elemento fondante del bilancio d’esercizio e della cultura contabile moderna. Il loro corretto utilizzo richiede competenza tecnica, rigore procedurale e consapevolezza dell’impatto che tali scritture possono avere sul sistema di informazioni aziendali. In un contesto economico sempre più complesso e interconnesso, garantire la precisione e l’integrità dei dati contabili attraverso l’iscrizione puntuale dei ratei è una condizione essenziale per il successo e la sostenibilità dell’impresa.

Accedi ora Gratis alle prime 4 lezioni
del Corso di Contabilità Replay
Inserisci il tuo nome e la tua migliore email per guardare subito on demand le prime 4 video lezioni. Se stai vedendo questo modulo di iscrizione, vuol dire che hai ancora l'opportunità di accedere all'anteprima del Corso di Contabilità più conosciuto e diffuso in Italia a titolo completamente gratuito. Non perdere questa occasione unica e iscriviti subito!
🔒 I tuoi dati e la tua Privacy sono al sicuro con noi perché odiamo lo spam.
 
    
  
 
    
  
  
     
  
     
    
    
  
