Ratei Passivi Eempio: vediamo insieme cosa sono e la loro importanza!
Jul 09, 2023RATEI PASSIVI ESEMPIO: COSA SAPERE
Nel mondo della contabilità, ci sono numerosi termini e concetti che possono sembrare complicati. Uno di questi è il concetto di ratei e risconti, e più specificatamente, la differenza tra ratei attivi e passivi. Questi termini, fondamentali per la corretta gestione e rappresentazione della posizione finanziaria di un'azienda, sono spesso fonte di confusione, ma con una spiegazione dettagliata e con esempi pratici, diventeranno più chiari.
I ratei sono voci di bilancio relative a costi o ricavi che appartengono al periodo d'imposta in corso, ma che verranno pagati o incassati in un esercizio successivo. Questo concetto si basa sul principio di competenza, un pilastro fondamentale della contabilità. Secondo il principio di competenza, le entrate e le uscite devono essere registrate quando si verificano, indipendentemente dal momento in cui si verifica il flusso di denaro.
Parlando di ratei attivi, ci riferiamo ai ricavi maturati nel corso dell'esercizio in corso ma che saranno effettivamente incassati in un esercizio successivo. Un esempio può essere il caso di un'azienda che ha prestato un servizio nel mese di dicembre ma che riceverà il pagamento solo nel mese di gennaio dell'anno successivo. Secondo il principio di competenza, il ricavo deve essere registrato nel dicembre, quando il servizio è stato effettivamente prestato. Quindi, l'azienda registrerà un rateo attivo a dicembre.
Al contrario, i ratei passivi rappresentano i costi che sono stati maturati nell'esercizio in corso, ma che saranno pagati in un esercizio futuro. Per esempio, un'azienda può ricevere una fattura per l'utilizzo dell'elettricità a dicembre che dovrà pagare a gennaio. Il costo dell'elettricità deve essere registrato a dicembre, quando il servizio è stato effettivamente ricevuto. Pertanto, l'azienda registrerà un rateo passivo a dicembre.
RATEI NEL CODICE CIVILE ITALIANO
Il Codice Civile Italiano disciplina il trattamento dei ratei nel Libro V, Titolo V, Capo II, Sezione II, specificatamente negli articoli da 2423 a 2425. L'articolo 2423 stabilisce il principio di competenza, mentre l'articolo 2424 afferma che i ratei passivi e attivi devono essere riportati in bilancio. Infine, l'articolo 2425 prescrive l'obbligo di distinguere tra ratei attivi e passivi in base al loro natura.
Il principio di competenza, alla base della logica dei ratei e risconti, è sancito nell'articolo 2423 del Codice Civile. L'articolo stabilisce che il bilancio deve essere redatto secondo il principio di competenza, che prevede la rilevazione dei costi e dei ricavi nel momento in cui si verificano, indipendentemente dal momento del pagamento o dell'incasso.
L'articolo 2424 del Codice Civile prevede la registrazione dei ratei e risconti nel bilancio d'esercizio. Questo articolo elenca tutte le voci che devono apparire nello stato patrimoniale e, tra queste, figurano i ratei e risconti, sia attivi che passivi. Il riferimento specifico ai ratei e risconti riflette l'importanza di queste voci per una corretta rappresentazione della posizione finanziaria dell'azienda.
Nello Stato Patrimoniale, i ratei attivi vanno inseriti tra le voci dell’Attivo Circolante nel conto di “Ratei e Risconti”, mentre i ratei passivi si inseriscono nel Passivo dello Stato Patrimoniale sotto l'intestazione di “Ratei e risconti”.
PRINCIPI CONTABILI ITALIANI
I Principi contabili italiani rappresentano le linee guida fondamentali utilizzate per la redazione dei bilanci delle aziende in Italia. Questi principi sono stabiliti dall'Organismo Italiano di Contabilità (OIC), un'organizzazione che ha il compito di stabilire le norme per la contabilità e la redazione dei bilanci.
In particolare, questi principi cercano di assicurare che i bilanci presentati dalle aziende forniscano una rappresentazione veritiera e corretta della loro situazione finanziaria, economico e patrimoniale. Essi aderiscono a una serie di norme e regolamenti per garantire la coerenza e la comparabilità delle informazioni finanziarie.
Il Principio contabile n. 11 si occupa specificamente di ratei e risconti. Stabilisce che queste voci devono essere rilevate nel bilancio dell'azienda per garantire che i costi e i ricavi siano correttamente attribuiti all'esercizio a cui si riferiscono, conformemente al principio di competenza.
Secondo il Principio contabile n. 11, i ratei e risconti devono essere rilevati quando esiste una discrepanza temporale tra il momento in cui l'operazione viene effettuata e il momento in cui si verifica l'effettivo flusso finanziario. In altre parole, se un costo o un ricavo è maturato, ma il pagamento o l'incasso avverrà in un periodo futuro, allora deve essere rilevato un rateo o un risconto.
Inoltre, il Principio contabile n. 11 prescrive che i ratei e risconti devono essere rilevati in modo sistematico e razionale, basandosi su una base documentale oggettiva. Questo significa che devono essere basati su documenti ufficiali (come fatture o contratti) e calcolati in modo preciso e coerente.
Il rispetto dei Principi contabili italiani è fondamentale per ogni azienda. Essi garantiscono che le informazioni finanziarie presentate siano accurate, affidabili e comparabili. Questo è particolarmente importante per gli investitori, i creditori e altre parti interessate, che si basano su queste informazioni per prendere decisioni informate.
Inoltre, il mancato rispetto dei Principi contabili può avere serie conseguenze. Le aziende possono essere soggette a sanzioni da parte delle autorità di regolamentazione, e possono anche rischiare di perdere la fiducia degli investitori e di altre parti interessate. Pertanto, è essenziale per ogni azienda avere una solida comprensione dei Principi contabili e assicurarsi di rispettarli in tutte le loro operazioni contabili.
ESEMPI DI RATEI PASSIVI E ATTIVI
Per meglio comprendere il concetto, consideriamo alcuni esempi.
Supponiamo che un'azienda abbia stipulato un contratto di assicurazione annuale il 1° luglio, pagando una premio di 1.200 euro. Alla fine dell'anno, la società avrà utilizzato solo sei mesi del contratto, pertanto, 600 euro (1.200 euro diviso 2) saranno considerati un rateo passivo perché rappresentano un costo che appartiene al prossimo esercizio.
Allo stesso modo, consideriamo un'azienda che ha prestato un servizio nel mese di dicembre per il quale incasserà 5.000 euro a gennaio. Questi 5.000 euro sono un rateo attivo, poiché rappresentano un ricavo che appartiene all'anno corrente, anche se sarà incassato l'anno successivo.
In conclusione, i ratei passivi e attivi sono elementi fondamentali della contabilità e della preparazione dei bilanci. Essi permettono di applicare correttamente il principio di competenza, assicurando che i costi e i ricavi siano attribuiti all'esercizio corretto. Con l'ausilio degli esempi forniti, speriamo che il concetto di ratei passivi e attivi sia più chiaro, rendendo così più semplice la gestione contabile. Ricordate, una buona contabilità non solo rispetta le norme e i principi contabili, ma rappresenta anche un'immagine fedele della realtà economica dell'azienda.

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